L’allenatore nel pallone è una delle commedia sul calcio più amata dagli italiani con Lino Banfi: quali sono le origini del nome
Ancora oggi nel calcio quando si ha a che fare con un allenatore che non gode di stima lo si apostrofa Oronzo Canè, il tecnico della Longobarda nel film L’allenatore del pallone, classico cult degli anni Ottanta, di Sergio Martino.
La commedia ancora oggi riesce a strappare tanti sorrisi nonostante una piccola vena amara: Canà non è un allenatore vincente e inadatto a salvare la squadra neopromossa in Serie A e che vuole giocare con il famoso modulo del 5-5-5, ma nonostante mille difficoltà riesce a mantenere la categoria, anche se per onestà deve rinunciare alla riconferma sula panchina.
Nel film ci sono anche personaggi reali del calcio di allora, da Carlo Ancelotti a Picchio De Sisti e il giornalista della Rai Fabrizio Maffei. Ad ottobre scorso uscì anche un libro, Siamo tutti allenatori nel pallone, di Marto Ercole per la collana dei film più noti della commedia italiana, pubblicato dalla Biblioteka Edizioni.
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L’allenatore nel pallone, la squadra doveva avere il nome di un club di Serie A
Nel libro Martino spiega com’era nato il nome della squadra. Ci furono dei sopralluoghi al Nord Italia e l’idea era di chiamare la squadra Cremonese che in quel decennio ha partecipato alla massima categoria, classica squadra che lottava con i denti per salvarsi.
Parlò anche con il direttore dei grigiorossi, Favalli, ma alla fine non fu dato quel nome alla squadra. Uscendo dallo stadio il direttore gli indicò un giovane riccioluto calciatore: era promettente e tutte le promesse le mantenne perché quel giovane era Gianluca Vialli.
Durante la sceneggiatura nacque comunque la Longobarda perché anche se non prese il nome della Cremonese si decise di fare una squadra del Nord Italia e da lì fu presa la decisione di chiamarla così.
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Nel corso degli anni sono nate delle “Longobarde” in onore alla mitica squadra. C’era il Robbiano Longobarda di Giussano, nella Brianza, ma dopo alcuni anni in Prima Categoria scomparve dal panorama del calcio di provincia mentre in Campania persiste ancora la Longobarda Salerno che ha militato in Seconda Categoria fino a quando il Covid ha consentito di far disputare queste categorie minori.