E’ stata condannata a due anni per omicidio colposo la pediatra che aveva in cura una bambina di 4 anni morta per un’otite non curata
Una condanna a due anni per omicidio colposo per una pediatra di Brescia, ritenuta responsabile della morte di una bambina di 4 anni. La piccola è deceduta nell’aprile del 2018 per un’infezione derivata da un’otite non curata. “Superficiale e poco accorta. Ha abbattuto pesantemente le probabilità di sopravvivenza della bambina”, hanno scritto i consulenti dei pm della Procura della Repubblica di Brescia mentre la difesa aveva chiesto l’assoluzione della dottoressa. “Non avrò indietro mia figlia ma con questa sentenza otteniamo almeno un po’ di giustizia per quanto è accaduto”, ha commentato il papà, presente in aula al momento della lettura della sentenza.
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La piccola prima di essere ricoverata in gravi condizioni agli Spedali Civili di Brescia era stata visitata dalla dottoressa, portata all’ospedale di Manerbio e alla Clinica Poliambulanza.
Nonostante siano stati indagati tutti i medici che avevano avuto in cura la piccola paziente, 15 complessivamente, i periti della Procura, nelle 54 pagine di relazione, hanno attribuito un peso determinante nel tragico epilogo della vicenda alla condotta della pediatra della bambina bresciana. “La dottoressa avrebbe dovuto impostare una antibioticoterapia che avrebbe implicato un repentino abbattimento della carica batterica e una ripresa clinica”, hanno scritto i consulenti che hanno passato al vaglio anche l’operato degli ospedali cui si è rivolta la famiglia di Nicole.
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A partire dall’ospedale di Manerbio dove i medici si sono limitati “ad una valutazione obiettiva approssimativa e superficiale”, si legge nella relazione agli atti dell’inchiesta. Invece era “necessario e assolutamente categorico impostare una immediata terapia antibiotica per via orale anche se – viene precisato – L’inadeguata e negligente condotta medico-professionale non è sufficiente a supportare un nesso causale con il decesso della piccola Nicole”. Contestazioni anche per gli operatori sanitari della Clinica Poliambulanza di Brescia: “Risulta non corretta la decisione dei sanitari di non effettuare un approfondimento diagnostico e l’omissione di impostare una terapia antibiotica configura una condotta inadeguata anche se tuttavia si può affermare che l’eventuale somministrazione non avrebbe evitato il decesso della paziente“.
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