Sara Pedri, il direttore generale rinuncia all’incarico e il caso sarebbe legato indirettamente alla scomparsa della giovane ginecologa
Sara Pedri, la giovane ginecologa di Forlì in servizio presso l’ospedale Santa Chiara di Trento che dal 4 marzo si sono perse le tracce, come colleghe e famiglia avevano evidenziato, non aveva per niente un buon rapporto con Saverio Tadeo, il direttore direttore dell’Unità di ostetricia e ginecologia dell’ospedale.
Pier Paolo Benetollo, il direttore dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari della Provincia di Trento questa mattina ha rassegnato le proprie dimissioni perché lo scorso 7 giugno aveva firmato il rinnovo dell’incarico a Tadeo fino al 15 novembre del 2025.
La decisione del medico arriva pochi giorni prima dell’ispezione decisa dal ministro della Sanità Roberto Speranza e in programma il 6 luglio. L’annuncio è stato dato dal presidente della Provincia Maurizio Fugatti questa mattina.
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Sara Pedri, l’ambiente lavorativo sotto accusa
Il caso della scomparsa c’entra indirettamente con il passo indietro del direttore. La giunta della Provincia Autonoma di Trento era all’oscuro di questa nuova nomina e in particolare l’assessore alla Salute Stefania Segnana.
Il tutto mentre c’è un’inchiesta della Procura della Repubblica che ha messo sotto la lente d’ingrandimento quanto succedeva in ospedale e l’indagine interna mentre da Roma sono in arrivo gli ispettori.
Ma il cattivo rapporto con il direttore dell’Unità non era dovuta solo a divergenze professionali o caratteriali riscontrabili normalmente sul luoghi di lavoro. I familiari di Sara hanno raccontato che il tanto entusiasmo della ragazza per la nuova esperienza si era frantumato per l’ambiente che aveva trovato.
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Turni stressanti ma soprattutto umiliazioni da superiori. La ragazza era visibilmente dimagrita e ora di lei ancora non c’è traccia di lei. Le ipotesi di un allontanamento volontario o di un gesto peggiore sarebbero sempre legati al lavoro e all’ambiente che la circondava.