Rave clandestino a Maleo, ora si temono contagi di variante Delta. Questo nei pressi di Codogno, dove tutto ebbe inizio
La scelta della località sarà stata assolutamente casuale. Sicuramente organizzare un rave party non organizzato a Maleo, comune situato tra Lodi e Cremona, soprattutto non distante da una località chiamata Codogno, dove tutto ebbe inizio, non è stato il massimo quanto ad accortezza e sensibilità. Ma tanto è. Ecco allora radunarsi un migliaio di giovani nella serata di ieri.
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Oltretutto nella zona dove è stato organizzato il rave party, si erano già avute conferme riguardo alcuni casi di contagio di Covid di variante Delta, per cui, adesso, dopo l’evento di ieri sera e che si è protratto fino a domenica, sta crescendo il timore che vi possa essere una nuova impennata di contagi di variante Delta. I carabinieri sono intervenuti per allontanare i ragazzi, che lentamente, alla spicciolata, stanno abbandonando la ex cava dismessa, che era stata scelta come luogo per organizzare il rave party. Aperta la caccia agli organizzatori dell’evento.
Rave clandestino a Maleo. La rabbia del sindaco
Il sindaco di Maleo è sconfortato ed arrabbiato di fronte ad una iniziativa che denota l’assoluta indifferenza di fronte al momento che stiamo vivendo. “Fa molto male vedere tantissime persone, almeno 700, tutti giovanissimi fregarsene delle normative covid e stare senza mascherina con un rischio contagi molto forte”, ha dichiarato il primo cittadino. La situazione di Maleo e delle zone circostanti non è affatto tranquilla.
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Si registra una media dei contagi più alta rispetto ad altre zone d’Italia, vi sono 11 contagiati di cui 3 di variante Delta che, probabilmente, hanno contagiato anche altre persone. Il sindaco di Maleo ha inoltre affermato che alle 14.00 di questo pomeriggio tutto è rintonato alla normalità nella zone circostanti la ex cava dismessa. La speranza è che tutta questa moltitudine di persone che, come riferito dal sindaco stesso, passeggiavano tranquillamente in paese senza mascherina e provenienti da diversi comuni lombardi, non contribuiscano alla nascita di ulteriori focolai.