Netflix, la serie tv Chiamatemi Anna dopo esser stata cancellata brutalmente dal palinsesto dello streaming a pagamento, potrebbe tornare con un film oppure con un’ultima quarta stagione.
Questo accadeva l’anno scorso, dove i fan sono andati su tutte le furie, dall’annuncio della sua cancellazione, i fans hanno deciso di aprire delle petizioni su Change.org.
Attualmente la petizione ha totalizzato più di 1.5 milioni di firme, al suo inizio totalizzò 600.00 firme, per poi giungere a quota 900.000. “Anne with and E” comunemente conosciuta come Chiamatemi Anna ha raggiunto in pochi mesi il record come la serie tv con la più grande campagna di rilancio mai realizzata prima d’ora.
La terza stagione è stata pubblicata per la piattaforma streaming a Gennaio 2020, nonostante sia stata chiusa in maniera forzata, c’è ancora molto da sviluppare e raccontare nella serie.
Il network di streaming in concomitanza con la CBC, furono categorici nel dichiarare di non voler rinnovare per una quarta stagione la serie tv così discussa.
La prima stagione ha esordito nel Marzo del 2017, ispirata al romanzo “Anna dai capelli rossi” di Lucy Maud Montgomery del 1908. Sin dai primi episodi la serie ha conquistato il cuore del pubblico.
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I dialoghi della serie sono pieni di sfumature, la delicatezza degli argomenti è trattata in maniera diversa dal solito, ogni parola era studiata per generare una precisa emozione.
In questo modo si riesce a delineare il carattere dei personaggi, la fotografia e la sceneggiatura è studiata per rimandare a paesaggi magnifici e al tempo stesso fantastici.
I temi affrontati nella serie sono attuali, tra i quali ci sono le politiche anti immigrazione, l’omosessualità, la xenofobia nei confronti dei neri e dei nativi americani (definiti pellerossa).
Ci sono anche sviluppi per quanto riguarda la violenza di genere, spesso i neri così come le donne subivano violenze contro i loro desideri e senza il loro consenso.
Tutti questi temi universali, hanno avuto il costante obiettivo di educare una generazione che si affaccia per la prima volta a temi che includono il rispetto e l’uguaglianza.
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Ricca di significato, la serie è stata sin da subito supportata dai fans di tutto il mondo, la petizione ha riscosso un successo clamoroso, infatti sono stati acquistati dei cartelloni giganti proprio a New York in Times Square.
Mentre in tutto il Canada sono stati affissi dei cartelloni pubblicitari in tutte le autostrade dei maggiori stati.
La creatrice della serie ha ringraziato i suoi fans dopo aver visto tutto l’affetto mostrato per la sua serie, dichiarando di non avere parole per quanto la petizione le abbia riempito il cuore.
I suoi fan sono riusciti a creare l’ennesimo gesto d’amore e solidarietà che l’autrice ha sempre raccontato nella sua serie. Si è definita grata e molto onorare per la passione, lo zelo e soprattutto il sostegno mostrato per la sua creazione.
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Alcuni fan hanno trovato strana la cancellazione dello show dopo che quest’ultimo ha cominciato a trattare nel dettaglio il tema pungente dei nativi americani.
Durante la terza stagione della serie tv viene mostrata la storia di un gruppo Indigeno che mostra la famiglia Mi’kmaw, la quale vive al di fuori della comunità di Avonlea.
Questo ha attirato l’attenzione del pubblico discendente dai nativi americani, il quale per la “prima volta” ha potuto vedere la propria natura e cultura diventare il fulcro e il tema centrale di uno show televisivo.
Inizialmente lo show fu posto sotto i riflettori per aver ingaggiato degli attori nativi americani i quali hanno interpretato il ruolo di indigeni. L’annuncio pubblicato sul web richiedeva degli attori con specifici termini.
“CANADESE. Indigeni, ruolo continuativo, GLI INDIGENI DOVRANNO ESSERE REALMENTE INDIGENI: APERTO A NATIVI AMERICANI, METIS E INUIT. “Anne with an E casting call per Ka’kwet”.
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Il mondo di Anna è stato sviluppato accettando le esperienze negative e positive che il mondo all’epoca offriva. Lo stesso è stato fatto per la famiglia di Ka’kwet, la bambina indigena che legherà sin dal primo momento con Anna.
La sua storia porterà alla luce una delle parti più oscure della storia Canadese, questa riguardava i nativi americani e gli indigeni, ovvero “Il sistema delle Scuole Residenziali Indiane”.
Queste scuole venivano comunemente chiamate “Shubie”, nacquero tra il 1867 e il 1996, nel mondo di Chiamatemi Anna, la famiglia Ka’kwet è combattuta nel mandare la loro unica figlia presso una scuola Indiana in Nuova Scozia, la direzione della scuola assicurava alla famigli un futuro migliore per tutti i bambini che avrebbero frequentato i corsi.
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Lo stesso modus operandi utilizzato per migliaia di bambini Indigeni, i quali vennero mandati in scuole simili alle Shubenacadie, con l’unica speranza di conquistare un futuro migliore.
La vicenda della famiglia Ka’kwet mostra per la prima volta la storia importante e oscura che si cela nella storia, la quale ha riguardato la comunità indigena.
Le restrizioni della rete CBC sono state categoriche, hanno limitato la riproduzione e la messa in onda di alcune scene definite “cruente” e “inadeguate” per il pubblico che seguiva lo show.
La piccola Ka’kwet verrà strappata del suo nome, delle sue usanze, dei suoi capelli, subito dopo verrà lasciata in balia degli altri alunni, i quali abuseranno di lei sia verbalmente che fisicamente.
La reazione dei fans di tutto il mondo è stata scioccante, infatti molti di loro hanno cominciato ad interessarsi dopo aver visto l’orrore e la difficile situazione in cui vivevano gli indigeni.
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Molti fans hanno espresso la necessità di saperne di più circa la storia e la cultura indigena, infatti questo ha posto la lente d’ingrandimento sull’argomento delle Scuole Residenziali in Canada.
Che sia davvero questo il motivo per il quale la serie tv è stata cancellata dai network come la CBC e il colosso streaming Netflix?
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