Australia, Sydney torna in lockdown: è arrivata la variante Delta. La più grande città dell’Australia costretta ad una nuova chiusura
Soltanto da poco tempo aveva ripreso a respirare. Soltanto da poco tempo quella normalità tanto agognata sembrava essere ritornata parte integrante delle loro vite. Ora si ricomincia con le chiusure. La più grande città dell’Australia, Sydney, torna il lockdown per la durata di due settimane. La variante Delta è arrivata anche lì, con tutto il suo carico di angoscia e restrizioni.
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Il tutto è stato deciso dopo che si sono registrati 80 nuovi casi di contagio di Covid – 19 con la variante Delta. Il contagio è partito dall’equipaggio di un aereo trasportato dall’aeroporto a un hotel per la quarantena. Da lì è partito un contagio che ha preso alla sprovvista la città di Sidney, che ha dovuto poi, velocemente, forse anche troppo, correre a i ripari per tentare di tamponare l’emorragia virale.
Due settimane. Due settimane dove gli oltre cinque milioni di abitanti della metropoli australiana potranno uscire soltanto per motivi di assoluta rilevanza e priorità: andare al supermercato per acquistare i viveri, in farmacia per l’acquisto dei medicinali, accompagnare i propri figli a scuola, andare al lavoro se non è possibile utilizzare lo strumento dello smart working.
Una variante che fa paura
La variante Delta è arrivata e fa paura. Il ministro della Salute dello Stato di South Wales, Brad Hazzard, parlando con i cronisti, si è detto molto preoccupato per l’evolversi della situazione. Ha parlato dei contagi e di quella variante Delta che desta molte preoccupazioni essendo estremamente contagiosa. Il ministro ha poi anche sottolineato quanto sia difficile combatterla: “La variante Delta si sta dimostrando un nemico davvero formidabile”, che sembra rispondere in maniera ottimale ad ogni tentativo di difesa per limitare i suoi effetti dannosi.
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L’Australia è stato uno dei paesi che meglio ha risposto e reagito alla prime due ondate di pandemia di Covid – 19. In tutto 910 decessi, sempre tantissimi, trattandosi di persone, ma un numero assai inferiore alle tragiche cifre che hanno caratterizzato l’onda pandemica in altri stati, e complessivamente meno di 30 mila casi su una popolazione che comunque conta 25 milioni di persone. Come immediata conseguenza del peggioramento del numero dei contagi, la Nuova Zelanda ha sospeso per tre giorni la “bolla aerea” che consentiva i collegamenti aerei senza quarantena con l’Australia.