Camara Fantamadi, morire di fatica a soli 27 anni. Sembra impossibile, ma un ragazzo di 27 anni è morto perché sfinito dal lavoro.
Tra il 1914 ed il 1915 il poeta americano Edgar Lee Master compose un’antologia di poesie intitolata “L’Antologia di Spoon River”. Erano composizioni poetiche che raccontavano le vite di alcuni degli abitanti di questo immaginario paesino, Spoon River appunto. Ogni poesia era una sorta di epitaffio per ciascuno dei protagonisti: un medico, un matto ecc. Fernanda Pivano ne curò la traduzione in italiano, Fabrizio De André ne ha ricavato una delle opere più straordinarie della canzone d’autore italiana: “Non al denaro, non all’amore né al cielo”.
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Quale poesia, a mo’ di epitaffio si potrebbe dedicare ad un ragazzo che improvvisamente muore perché sfinito da lunghe ore di lavoro sotto il sole, per una manciata di euro? Perché è esattamente così che la morte ha sorpreso Camara Fantamadi, che aveva soltanto 27 anni. Stava ritornando in bicicletta dal lavoro, dopo tante ore passate sotto il sole, a quaranta gradi o forse più, a lavorare nei campi. Forse si sentiva un pò di stanchezza addosso, ma stava ritornando a casa e questo rendeva la fatica meno pesante.
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Ad un certo momento la bicicletta ha accostato, si è messa sul ciglio della strada quasi fosse lei ad essere esausta, invece erano le gambe di Camara. Ma non soltanto le gambe, le braccia e ed il cuore erano stanchi, esausti, sfiniti. E su quel ciglio della strada Camara si è accasciato e poi addormentato. Per sempre. Sfinito da un lavoro disumano pagato 6 euro l’ora, per chissà quante ore al giorno, nei campi della zona di Brindisi.
Tornerà a casa grazie ad una colletta
Camara Fantamadi era originario del Mali ed è lì che ritornerà. Una colletta organizzata dalla comunità africana provvederà a raccogliere i denari necessari affinché il suo corpo ritorni in patria. Occorreranno 4000 euro e poi Camara ritornerà da dove era partito, con tanti sogni da realizzare, che si sono accartocciati, come i suoi muscoli sfiniti, sul ciglio di una strada. Il suo epitaffio? Ci vorrebbero Edgar Lee Masters o Fabrizio De André per scriverne uno degno di Camara Fantamadi. Purtroppo, da oggi, lui è l’ennesima morte sul lavoro. Ucciso dalla fatica del lavoro.