La parabola umana e politica di Rosy Bindi, all’anagrafe Rosaria, un impegno di lungo corso nell’associazionismo cattolico e nella Pubblica Amministrazione
Torna a far sentire la sua voce, mai banale, dopo anni di silenzio e di lontananza dalla politica attiva, Rosy Bindi, all’anagrafe Rosaria, 70 anni lo scorso 12 febbraio festeggiati realizzando uno dei sogni della sua Vita “Fare per intero il cammino di Santiago de Compostela”.
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Ma che vita è stata quella di Rosy Bindi? Ripercorriamo insieme le tappe salienti della sua parabola umana e politica. Come detto Rosaria Bindi nasce 70 anni fa, il 12 febbraio 1951 a Sinalunga in Provincia di Siena. Terra tradizionalmente rossa e laica ma con un grandissimo e diffuso tessuto di associazionismo cattolico. Ed è proprio li che la giovane Bindi, a metà anni sessanta, inizia il suo impegno civile e precisamente nell’Azione Cattolica di cui negli anni sarà anche Vice Presidente.
Molto proficuo il percorso di studi iniziato, dopo il diploma, nella Facoltà di Sociologia di Trento e completato alla LUISS di Roma dove si laurea in Scienze Politiche e dove conosce il suo mentore, Giovanni Bachelet che la vuole con se come ricercatrice di diritto amministrativo e come assistente universitaria. Il fato vuole che la Bindi sia accanto al professore il giorno che le Brigate Rosse lo colpiscono a morte. E’ il 12 febbraio 1980 il giorno in cui Rosy compie trent’anni.
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A fine anni ottanta l’ingresso in politica. Rosy Bindi viene candidata, da vicepresidente dell’Azione Cattolica in carica, alle Elezioni Europee nelle liste della Democrazia Cristiana. Viene eletta con oltre 200.000 preferenze e ricopre l’incarico di vicepresidente della Commissione cooperazione e sviluppo.
Da allora un’ascesa inarrestabile che la porta negli anni, anni nei quali milita in sequenza nel Partito Popolare, nella Margherita e infine nel Partito Democratico a ricoprire vari incarichi. Da Deputato, eletta sei volte, 1994, 1996, 2001, 2006, 2008 e 2013 a Vice Presidente della Camera passando per il ruolo di Presidente della Commissione Antimafia.
Ma il suo ruolo di maggior prestigio è quello di Ministro della Sanità nel primo Governo Prodi, 1996-1998 e nel Governo D’Alema 1998-2000, governi durante i quali viene varata la Riforma della Salute Pubblica, quella del 1999 che porta il suo nome e che ancora oggi è l’architrave su cui si regge il Sistema Sanitario Nazionale. Dal 2018 si è ritirata dalla Politica attiva.
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