Un rapporto dell’Onu lancia l’allarme shock: l’umanità è a rischio a causa del cambiamento climatico. La bozza del documento pone l’accento sulle conseguenze delle future siccità e carestie e delle problematiche che l’umanità dovrà affrontare nei prossimi decenni, come il riscaldamento globale in aumento e le malattie.
A lanciare l’allarme sulle conseguenze di una non frenata del riscaldamento globale è la bozza del Rapporto del gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (IPCC) dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. Secondo il rapporto, un aumento del riscaldamento globale porterebbe a conseguenze “irreversibili sui sistemi umanitari”. La paura è quelle che gli accordi di Parigi non saranno rispettati e gli obiettivi conseguentemente non raggiunti – un +2 sulle temperature sancirebbe l’arrivo di condizioni altamente rischiose per l’intera umanità e andrebbe ad impattare 420 milioni di persone in tutto il mondo. Per quanto riguarda il rischio di fame umanitaria il rischio toccherebbe 80 milioni di persone. Oggi, difatti, già in molte parti del mondo popoli sono costretti a fare i conti, non solo con la carenza di risorse e beni primari, ma anche delle condizioni di vita favorevoli, dal punto di vista ambientale alla stessa sussistenza.
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Lo spostamento per motivi climatici di milioni di persone sarà, entro il 2080, una realtà purtroppo non remota spiega il rapporto dell’Onu, molti saranno i cittadini dell’Africa subsahariana e dell’Asia meridionale e sudorientale costretti ad affrontare un mese, in termini di tempo durante l’arco dell’anno, con temperature impraticabili. Intere popolazioni saranno costrette, soprattutto in Africa ad abbandonare la propria terra a causa del riscaldamento globale, entro il 2050 se la rotta sui cambiamenti climatici e la riduzione delle emissioni non dovessero subire una importante variazione. L’Europa entrerebbe all’interno del cerchio di un rischio estremo se la temperatura terrestre dovesse raggiungere i +3.
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A spaventare maggiormente, oltre all’aumento delle catastrofi naturali, sarà la carenza di acqua, bene che potrebbe diventare inevitabilmente scarso. Il documento chiarisce anche un altro punto: a prescindere dalla riduzione delle emissioni gli impatti del riscaldamento globale saranno evidenti entro il 2050. Il rapporto sarà pubblicato in modo ufficiale non prima del 2022 e l’allarme lanciato è chiaro, come monito alle scelte che i governi di ogni Paese prenderanno nei prossimi anni. In Asia e Africa il rapporto parla di un rischio di malnutrizione per 10 milioni di bambini in più e lo sviluppo socio-economico subirà una grande decelerazione, mettendo al rischio un’intera generazione.
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