Walter Veltroni, l’inchiesta del New York Times svelò le denunce di alcune dipendenti di “Vice”, le quali accusarono i capi di averle importunate e molestate.
Tra le ragazze molestate c’è anche la figlia dell’ex segretario del PD, la quale fu risarcita. Nelle accuse c’erano dei baci indesiderati, commenti osceni, proposte indecenti e tantissimo altro.
Più di 20 donne tutte tra i 20 e i 30 anni, denunciarono i colleghi e i superiori all’interno della redazione di Vice, la compagnia di media fatturava 6 miliardi di dollari e fu finanziata da diversi colossi come la Disney e la Fox.
La compagnia ha prodotto video per il web e la TV, si rivolgeva al pubblico Millenials, la lunga inchiesta del New York Times fu basata sulle testimonianze di dipendenti ed ex dipendenti, le quali tramite email, sms e documenti legali si fecero valere dinanzi al colosso mediatico.
Secondo il New York Times, 4 dei casi di denuncia si sono risolti avendo un accordo tra le parti, tra questi c’è anche Martina, la figlia dell’ex segretario PD.
La donna denunciò il suo capo, Jason Mojica il quale si sarebbe vendicato di lei ostacolandola a lavoro, l’uomo è stato subito licenziato, mentre lei è stata prontamente risarcita dall’azienda per il danno subito.
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Walter Veltroni, sua figlia Martina è stata risarcita dopo aver subito molestie sul posto di lavoro
Nel frattempo, la piattaforma Vice creò un comitato consultivo per riuscire ad integrare l’icona femminista Gloria Steinem, e l’avvocato Roberta Kaplan, il quale è diventò il nuovo capo delle risorse umane.
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Sospese subito 3 dipendenti per quello che è stato definito un “comportamento che era incoerente con i valori aziendali”. L’azienda dichiarò di aver fallito nel creare un ambiente di lavoro sicuro, inclusivo, soprattutto per le donne affinchè potessero sentirsi rispettate.
Shane Smith l’amministratore delegato del gruppo dichiarò che in alcuni casi, la società e i suoi dirigenti hanno commesso degli errori, ma non sono d’accordo nel modo in cui sono stati presentati i fatti al pubblico. Tutte le testate giornalistiche e i mass media sembra che abbiano provato piacere nell’affossare l’azienda emergente sin dalle prime battute pubblicate sui giornali.