Emanuela Orlandi, scomparve a Roma la sera del 22 Giugno 1983, era la figlia di un commesso Ercole, il quale lavorava presso la Segreteria di Stato della Città del Vaticano.
Al momento della scomparsa aveva 15 anni e mezzo, frequentava la prima classe del Liceo Scientifico del Convitto Nazionale Vittorio Emanuele di Roma, aveva una grande passione per la musica.
Frequentava per ben 3 volte a settimana le lezioni di pianoforte, solfeggio, canto corale e flauto traverso presso la Scuola Musicale Tommaso Ludovico da Vittoria.
La ragazza abitava con la sua famiglia, la quale è composta da padre, madre, fratello e altre due sorelle in Vaticano, suo padre è un cittadino vaticano e anche tutti suoi figli lo sono.
L’abitazione si trova nella piazza di Sant’Egidio, proprio alle spalle delle mura che corrono su Via Porta Angelica, vicino alla caserma della gendarmeria vaticana, dove si trova l’ingresso più utilizzato da tutti coloro che entrano ed escono dal piccolo Stato Vaticano.
Il 22 Giugno Emanuela Orlandi arriverà a scuola di musica con mezz’ora di ritardo, i motivi non saranno mai noti, un vigile urbano Alfredo Sambuco dichiarerà di averla vista in corso Rinascimento alle ore 17.
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Il vigile dichiarò che nei pressi si trovava un uomo fermo accanto ad una BMW verde, l’ufficiale pubblico lo fece allontanare in quando era in sosta vietata, lo stesso uomo mostrò alla ragazza una borsa con dei prodotti contenenti prodotti “Avon”.
La ragazza secondo le parole del vigile, gli chiese dov’era la Sala del Borromini, lui stesso gli disse come raggiungere la sala, la stessa dichiarazione venne effettuata dal compagno d’rame Bruno Bosco.
Verso le ore 19 la ragazza telefonò a casa a sua sorella Federica per comunicarle che aveva ricevuto la proposta di reclamare i prodotti “Avon” durante una sfilata di moda svolta nella Sala Borromini, per un compenso di 350.000 lire.
Sua sorella le sconsigliò vivamente di accettare l’offerta, da quel momento in poi si perderanno le tracce della ragazza, il suo mistero comincerà e continuerà ad essere irrisolto sino ai giorni d’oggi.
La sera del 22 Giugno Emanuela Orlandi non rientrerà in casa, i suoi genitori denunceranno la scomparsa, il giorno dopo comincerà una serie di strane coincidenze.
Un amico di famiglia cercherà di occuparsi privatamente della vicenda, è Giuglio Gangi, il quale è stato assunto da poco come coordinatore del SISDE, il servizio segreto civile.
L’azienda “Avon” negherà di aver avuto rapporti con la ragazza, ma Gangi si accerterà che un certo Montanarini stava reclutando diversi venditori e venditrici per la società cosmetica.
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La prima telefonata giungerà alle ore 18, un certo Pierluigi, parlerà senza entrare nel dettaglio e rassicurerà la famiglia dicendo che la ragazza sta bene e sta vendendo dei collanine e prodotti “Avon” in piazzale Campo de’ Fiori a Roma.
La telefonata verrà fatta dallo stesso uomo “Pierluigi” che alle ore 20:00 del giorno successivo rassicurerà nuovamente la famiglia dicendo che la ragazza sta bene, dicendo che la ragazza soffriva di astigmatismo, aveva un flauto con sé ed era anche a conoscenza del matrimonio di una delle sue sorelle.
Il 28 Giugno alle ore 19:00 giunge un’altra telefonata, questa volta è un certo Mario, il quale parlerà con un forte accento romano, dichiara di essere un suo amico e dirà alla sua famiglia che la ragazza adesso si fa chiamare Barbara e sta vendendo i prodotti “Avon” allo scopo ai aiutare una sua amica a guadagnare qualcosa.
Il 25 Giugno alle 23:45 la famiglia della ragazza rimarrà sorpresa dalla visita di due agenti SISDE, Giulio Gangi e Marino Vulpiani, i quali sono stati incaricati dal servizio segreto civile di indagare sulla scomparsa della ragazza.
Uno dei due agenti, Vulpiani nasce a Torano, un paese in provincia di Rieti, mentre Gangi frequenta il paese e conosce Mario Meneguzzi, uno zio della ragazza, infatti tutta la famiglia della ragazza si recava per turismo a Torano ogni anno.
Da quella sera il telefono della famiglia verrà messo sotto controllo, sino al 14 Novembre del 1983, dove saranno intercettati 34 messaggi telefonici riguardanti la scomparsa della ragazza.
Il 3 Luglio del 1983 il Papa pregherà nell’udienza domenicale in Piazza San Pietro di far tornare incolume la ragazza a casa, questo sarà il primo di otto appelli fatti da Giovanni Paolo II a favore della ragazza.
Questo sembra avere una spiegazione ben precisa, infatti sembra che abbia costituito l’indicazione e il motivo per il quale la ragazza sia scomparsa.
Il 5 Luglio del 1983 alle ore 12:50 tramite una telefonata presso la Sala Stampa del Vaticano, una voce slava chiederà la liberazione entro il 20 Luglio di Alì Agca, lo stesso uomo che ha attentato il 13 Maggio del 1981 alla vita del Papa.
Se l’uomo fosse stato liberato, in cambio la ragazza sarebbe stata rilasciata, successivamente ci saranno dei contatti con i quali verrà identificato un codice segreto, il numero “158”.
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Il 6 Luglio giunge una telefonata all’Agenzia ANSA, la voce chiederà nuovamente la proposta di scambio, la prova che la ragazza era tenuta in ostaggio venne data con il ritrovamento in Piazza del Parlamento di una fotocopia della tessera d’iscrizione alla scuola di musica e una ricevuta di versamento delle tasse scolastiche.
Inoltre vennero aggiunti anche i numeri telefonici di alcune amiche della ragazza e un messaggio con su scritto “con tanto affetto la vostra Emanuela”, la polizia scientifica ha nutrito forti dubbi sull’autenticità del messaggio.
Il 7 Luglio giungerà l’ennesima telefonata che chiede nuovamente lo stesso cambio, avrà un accento anglosassone questa volta. I servizi segreti italiani capiscono che tutta la vicenda sembra andare per il verso storto, ci sono gruppi diversi che sono in conflitto tra loro.
Il Vaticano sembra non voler esaudire le richieste dei gruppi, nonostante i continui appelli del Pontefice, la stessa Segreteria di Stato terrà la prima telefonata di scambio segreta.
Il 14 Luglio una telefonata giunge all’amica della ragazza, è Carla De Blasio, la quale verrà informata che in Piazza San Pietro si trova un messaggio registrato dalla ragazza scomparsa.
Purtroppo non verrà trovato nulla, perché la registrazione venne sequestrata a tempo di record dagli uomini del Vaticano, il 17 Luglio ci sarà un altro intervento di Giovanni Paolo II.
La stessa telefonata fatta all’ANSA verrà riproposta, e l’attentatore del Papa dichiara dalla prigione che i servizi segreti bulgari e il KGB hanno organizzato l’attentato di Giovanni Paolo II e rapito anche la ragazza.
Il Messaggero il 6 Luglio pubblicherà che i Carabinieri stanno indagando sulla tratta delle bianche, dove la ragazza potrebbe esser stata seguita nei due giorni precedenti la sua scomparsa da due uomini.
Lo stesso SISDE si interesserà alla tratta delle bianche con Vincenzo Parisi, il quale è il vice capo ed ebbe notizie da ambienti vaticani molto vicini alla Massoneria, a quanto pare la ragazza potrebbe aver cercato di sottrarsi allo sfruttamento, ma è stata raggirata con altri propositi.
Il Vaticano seguirà la vicenda con il sacerdote Edoardo Martinez Somalo, un appartenente all’”Opus Dei”, infatti il suo nome compare tra la lista dei Massoni in Vaticano.
Il 18 Luglio, verrà diffuso tramite i giornali la registrazione sequestrata dal Vaticano, e si tornerà nuovamente a parlare dello scambio di Alì Agca, anche contro la sua volontà.
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Dopo 3 tentativi il contatto avverrà con lo stesso uomo dall’accento anglosassone, il quale chiederà la pubblicazione della registrazione avvenuta in Via della Dataria.
La telefonata giunge da Roma, nel quartiere Nomentano, la sera dello stesso giorno giungerà una telefonata dell’ANSA dove verrà chiesta nuovamente la pubblicazione della registrazione.
Il 20 Luglio ci sarà la scadenza del contratto con i rapitori, il Papa rivolgerà nuovamente il quarto appello di liberazione, il 21 Luglio sarà lo stesso, mentre il 22 Luglio la famiglia nominerà l’avvocato Gennaro Egidio la persona che tratterà con i rapinatori.
La stessa scelta è stata fatta sotto forti pressioni de SISDE, il 24 Luglio ci sarà il sesto appello del Pontefice, qui tutti si chiedono il motivo per il quale c’è questo costante interessamento alla vicenda.
Nella notte tra il 24 e il 25 Luglio accadrà qualcosa che destabilizzerà la famiglia della ragazza, facendole capire che la situazione sembra esser sfuggita di mano.
Lo stesso gruppo ignoto chiederà al padre della ragazza, Ercole di organizzare un contratto telefonico a mezzanotte con il Cardinale Casaroli, l’uomo informerà il procuratore della Repubblica di Roma, il quale invierà in Vaticano il suo PC Domenico Sica per presenziare alla telefonata.
L’uomo si recherà in Vaticano, ma purtroppo la telefonata non arriverà, il pm andrà via e l’ignoto interlocutore si farà nuovamente vivo minacciando di uccidere la ragazza se Sica avesse presenziato al prossimo contatto.
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Il 4 Agosto si farà vivo il Fronte di Liberazione Turco anticristiano Turkesh, il quale sempre tramite un messaggio all’ANSA, ribadirà la richiesta di scambio con Alì Agca, accennando a Mirella Gregori una ragazza scomparsa la sera del 7 Maggio 1983.
Uscendo di casa, la ragazza disse alla proprietaria di un bar vicino che si recava a suonare la chitarra con amici a Villa Torlonia, dopo quella vicenda la ragazza si dissolverà nel nulla.
La sua attività extrascolastica era la rivendita dei prodotti “Avon”, questo collega ancora oggi le due scomparse delle ragazze. L’ultimo messaggio recapitato all’ANSA ha descritto 6 nei sulla schiena della ragazza, alcune crisi di repulsione al latte nel 1974, e una crisi nervosa avuta a 13 anni.
Questo hanno fatto pensare gli investigatori, i quali si sono sempre chiesti chi fosse la persona che potesse essere al corrente di questi particolari così mirati.
In una lettera recapitata alla madre, esattamente l’8 Settembre 1983 ci sono dei particolari esatti, tra i quali vengono descritti anche gli indumenti della ragazza.
Lo stesso Procuratore Generale Luigi Malerba, il quale ha seguito le indagini dal 1990 ha dichiarato che tra la vicenda della ragazza e la scomparsa di Mirella Gregori ci sono diverse coincidente e la grafia dei messaggi sembra essere la stessa, nulla prova che le ragazze fossero in vita quando furono recapitati i messaggi.
Suo padre Ercole morirà il 6 Marzo 2004, un mese prima dichiarerà nella trasmissione televisiva “Enigma” che sua figlia è ancora in vita. Della stessa idea è l’ex giudice Ferdinando Imposimato, il quale è diventato avvocato della famiglia.
Basandosi sui documenti segreti della Germania dell’Est e della Bulgaria si è giunti alla conclusione provvisoria che il rapimento della ragazza fu orchestrato dai Lupi Grigi, l’organizzazione della quale faceva parte Alì Agca, l’attentatore del Papa.
Questo incarico fu svolto dal KGB all’unico scopo di ricattare il Papa, non erano riusciti ad ucciderlo, per cessare il suo appoggio a Solidarnosc. La ragazza secondo questa ipotesi potrebbe esser stata in un villaggio a Parigi.
Yolan Ozbei, era legato ai Lupi Grigi, cominciò a fare delle dichiarazioni su dove potesse essere imprigionata la ragazza, ma in seguito all’intervento dei servizi segreti bulgari cessò di collaborare.
Negli anni 200, sembra che la ragazza si trovava a Malaria, la città natale di Alì Agca, questo darebbe ragione all’avvocato il quale ha sempre sostenuto una sorta di comunicazione tra il Ministero degli Interni Italiano, la Repubblica Bulgara, la Germania dell’Est e l’archivia della STASI di Berlino che parlava di altre misure per smascherare la CIA e l’attentato commissionato al Papa.
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Nell’archivio della STASI vennero trovati 29 ritagli di stampa riguardanti il caso della ragazza, lo stesso Bohnsack riconobbe alcune lettere inviate ai rapitori della ragazza, le quali provenivano dai servizi segreti tedeschi.
A questo si aggiunge la dichiarazione a “Chi l’ha Visto” nel 2006 che ha scosso la vicenda e infittito ancor di più il mistero della ragazza scomparsa.
In una cripta della Chiesta di Sant’Apollinare, per via di uno strano caso, venne sepolta la salama di Enrico De Pedis, uno dei capi della banda della Magliana. Una telefonata anonima dichiara che in realtà quella è la tomba della ragazza scomparsa.
Ha dichiarato che le autorità ecclesiastiche rifiutarono di fornire motivazioni per l’inumazione, quando esistevano da tempo tutti i permessi necessari, ma erano fortemente negati dal Vaticano.
Purtroppo queste rivelazioni non hanno contribuito a risolvere il mistero, anzi hanno ulteriormente complicato la vicenda che sembra essere priva di riscontri oggettivi e collegamenti.
Alcuni hanno pensato che il rapimento della ragazza venne fatto per riuscire a riscattare il Papa e spingerlo a risanare sin da subito le finanze del Banco Ambrosiano e risarcire chi aveva affidato ingenti somme alla banca fallimentare.
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