Monsignor Paul Richard Gallagher della Segreteria di Stato del Vaticano ha chiesto al Premier Mario Draghi di modificare il DDL Zan: “Vìola il Concordato”
La Segretaria di Stato del Vaticano si mette in moto contro il DDL Zan. Lo rivela, in maniera circostanziata, l’edizione oggi in edicola del Corriere della Sera. Secondo il quotidiano di Milano monsignor Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati dello Stato Pontificio, avrebbe inviato una nota formale al Presidente del Consiglio Mario Draghi sul discusso disegno di Legge.
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Per la precisione Gallagher avrebbe inviato una nota verbale che, nel linguaggio strettamente diplomatico, è una comunicazione formale espressa in terza persona ma non firmata. Ma il tecnicismo non edulcora la sostanza della protesta. Soprattutto perché è la prima volta in assoluto che il Vaticano muove un passo del genere.
Sempre secondo quanto riporta il Corriere della Sera monsignor Gallagher, nel testo della nota, avrebbe sottolineato che, se approvato, il Disegno di Legge “violerebbe contenuti della revisione del Concordato”.
Ma di cosa si tratta nello specifico? Partiamo dal DDL Zan. Si tratta di un Disegno di Legge che ha come primo firmatario il Senatore del Partito Democratico Alessandro Zan. Un progetto di norma che punta a cambiare gli articoli 604 bis e 604 ter del Codice Penale ampliandone gli ambiti di applicazione. La base del provvedimento è la Legge Mancino, quella del 1993 contro le discriminazione razziali e religiose. Il DDL Zan punta a far si che le discriminazioni sessuali, quelle di genere e quelle verso la disabilità vengano punite allo stesso modo.
La battaglia politica sul tema è molto calda ed è tra chi sostiene che sia sufficiente allargare le maglie della Legge del 1993 e chi sostiene l’urgenza di un nuovo provvedimento. Sulla questione, come detto, entra ora in campo il Vaticano sottolinendo che il DDL, se approvato, riduce la la libertà garantita alla Chiesa Cattolica dall’articolo 2 dell’accordo di revisione del Concordato ed in particolare nei commi 1 e 3.
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Il comma 1 dell’Articolo 2 del Concordato è quello relativo al riconoscimento da parte della Repubblica italiana alla Chiesa Cattolica della “libertà a svolgere la sua missione pastorale” ma anche quella educativa, caritativa e di evangelizzazione ed è riferita nello specifico all’organizzazione del pubblico esercizio del culto.
Il comma 3, quello su cui Monsignor Gallagher punta con forza il dito, è quello per cui è garantita ai cattolici “la piena libertà di manifestazione del pensiero” declinando gli ambiti di azione ossia la parola, lo scritto e gli altri mezzo di diffusione. In sostanza il Vaticano legge nell’approvazione del DDL Zan una forte limitazione a queste attività. Il sasso nello stagno è gettato. Gli effetti imprevedibili.
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