Wuhan, la super spia cinese vuota il sacco: ecco cosa è successo. Nuove ipotesi sull’origine della pandemia
Da quel febbraio 2020, quando anche in Italia iniziarono a manifestarsi concretamente i primi casi di coronavirus, due questioni fondamentali hanno avuto il maggiore risalto: come aveva avuto origine il virus che ha scatenato la pandemia e quanto tempo sarebbe stato necessario per trovare un vaccino in grado di proteggerci. Per quanto attiene alla prima questione, nacquero, simultaneamente, due fazioni.
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La prima traeva le conclusioni, da quello che era dato conoscere all’inizio della pandemia, che il virus fosse nato in laboratorio. La seconda fazione, invece, riteneva, supportata da elementi scientifici, che un simile virus non poteva, in alcun modo, essere frutto di un procedimento realizzato in un laboratorio. Da allora ad oggi, quasi quotidianamente, leggiamo dichiarazioni che danno ragione ora a questa ora a quella ipotesi.
Wuhan. Dove tutto ebbe inizio. Wuhan ed il suo laboratorio, dove tutto può aver avuto inizio. Intorno alla località cinese ed al suo centro sono state scritte milioni di pagine di giornali e simili, infinite parole che ne attestavano ora la responsabilità dello scoppio della pandemia, ora la tardiva comunicazione di ciò che stava avvenendo all’interno dei suoi laboratori (ma qui occorre valutare anche e soprattutto il peso delle decisioni politiche in tema di ritardi di comunicazione), fino ad arrivare a chi li ha sempre ritenuti privi di sostanziali responsabilità.
Or, però, qualcosa potrebbe cambiare. A quanto risulta dalla testata americana Spytalk, vi sarebbe una super – spia che sarebbe pronta a spifferare tutto quanto a sua conoscenza riguardo a Wuhan ed ai suoi segreti. L’attacco frontale del presidente degli Stati Uniti Joe Biden alla Cina in riferimento allo scoppio della pandemia ed alle responsabilità dirette del governo cinese, nascerebbe proprio per via delle dichiarazione rilasciate dalla spia cinese.
Il soggetto in questione è uno dei massimi dirigenti dell’apparato cinese. Il suo nome è Dong Jingwei, 57 anni, vicecapo del controspionaggio, scappato quattro mesi fa negli Stati Uniti. Disertando, ha raggiunto immediatamente il primato di maggiore traditore del regime orientale. Dong, accompagnato dall’intera famiglia, ha trovato rifugio in America. A quanto risulta alla testata americana, Dong Jingwei ha iniziato a raccontare quanto succedeva nei laboratori, nei quali è già stato provato l’uso di uccelli vivi per gli esperimenti.
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La spia ricopriva dall’aprile 2018 la carica di viceministro della Sicurezza di Stato, braccio destro del ministro Chen Wenqing un ruolo quindi di primissimo piano. Gli Stati Uniti hanno già rigettato la richiesta avanzata dalla Cina di riconsegnare l’uomo ed hanno assicurato, a lui ed alla sua famiglia, la protezione necessaria attraverso l’utilizzo degli agenti segreti. Chiaro che la questione riguardante la pandemia, con le eventuali responsabilità del governo cinese, non aiuteranno certo a rendere più cordiali i rapporti tra gli Stati Uniti e la Cina, che in questo ultimo periodo, hanno davvero toccato il minimo storico.
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