Stasera su Rai3 Chi l’ha visto, racconta la scomparsa di Angela Costantino, una delle famiglie della ‘ndrangheta più nota a Reggio Calabria.
Il programma Chi l’ha visto in onda stasera su Rai3, (clicca qui per vedere il programma in streaming su Rai Play) racconta la storia di Angela Costantino, una giovane donna di 25 anni, madre di quattro figli, moglie di Pietro Lo Giudice, figlio del boss Giuseppe e fratello di Vincenzo, considerato uno degli artefici della guerra di mafia a Reggio Calabria che causò 900 morti, era scomparsa nel nulla la mattina del 16 marzo del 1994.
La donna Doveva recarsi alla casa circondariale di Palmi per un colloquio con il marito, detenuto, ma non ci arrivò mai. Le indagini della squadra mobile di Reggio Calabria hanno accertato che Angela Costantino è stata assassinata dai parenti del marito perché avrebbe avuto una relazione extraconiugale con un giovane.
In tutti questi anni, la famiglia aveva detto che la giovane si era suicidata, ma nessuno diede credito a tale voce, perché la donna quella mattina scomparve lasciando a letto i suoi quattro figli e i fornelli accessi.
L’assassinio di Angela Costantino
Per quel delitto il gip di Reggio Calabria Domenico Santoro ha firmato tre provvedimenti di arresto. In carcere sono finiti Vincenzo Lo Giudice, 51 anni, considerato il reggente della cosca, suo cognato Bruno Stilo 51 anni, e il nipote Fortunato Pennestrì, 38 anni.
Maurizio Lo Giudice, uno dei pentiti in casa Lo Giudice ha rotto il silenzio durato anni con una confessione spontanea descrivendo la storia della scomparsa della cognata Angela Costantino, raccontando quanto gli avrebbe riferito uno degli esecutori materiale dell’omicidio, Fortunato Pennestrì.
Angela aveva raccontato ad una sua cugina che aveva detto al marito il suo disagio e di quella relazione con un giovane, Pietro Calabrese, che aveva conosciuto in parrocchia. La famiglia Lo Giudice seppe di questa scelta e decise di ucciderla, per lavare con il sangue il disonore e soprattutto far tacere per sempre una donna che stava per avere un figlio da una relazione clandestina.
Dell’omicidio fu incaricato Fortunato Pennestrì che quella mattina, la strangolò. Il suo corpo, che non è mai stato ritrovato, fu trascinato nella sua auto e portato in una frazione di Reggio Calabria. Li fu scavata una fossa e sotterrata. L’auto della donna fu poi portata nei pressi del porto di Villa San Giovanni come per inscenare un suicidio, che però non resse, perché allora i Vigili del Fuoco scandagliarono le acque senza trovare nulla.
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Per non lasciare tracce fu incaricato il primario di Ginecologia Beniamino Briatico, lo stesso che visitò Angela Costantino, a distruggere la cartella clinica della parente, pena la morte.