Tom Horn: la vera storia del leggendario criminale del Far West. Condannato a morte ed impiccato.
Il West. Due parole che spalancano la fantasia di ciascuno. Scorrono davanti agli occhi le immagini dei capolavori di Sergio Leone con Clint Eastwood ed il suo mozzicone di sigaro tra i denti. Il tutto accompagnato poi dalle straordinarie colonne sonore di Ennio Morricone. Il West. Duro e spietato, dove i bianchi, invasori e crudeli, sterminarono un popolo che era lì da sempre: gli indiani.
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Siamo nel 1903. E’ il 20 novembre nel carcere di Cheyenne, nello Stato del Wyoming ed alla forca era montata un uomo, il suo nome era Tom Horn. Lo uccisero il giorno prima del suo compleanno, il 21 novembre, infatti, avrebbe compiuto 43 anni. Apparteneva ad una famiglia assai numerosa. Era il quinto di undici figli. A sedici anni decisi di entrare in una parte lontana dell’esercito. La sua storia è raccontata in un film con Steve McQueen come protagonista.
Con le Giacche Blu dell’esercito prese parte alle battaglie contro il popolo indiano e partecipò anche all’ultima, mitica spedizione. Quella contro il Grande Capo degli Apache, Geronimo. Ma arrivare anche per lui il momento di togliersi la giacca blu e di cercare un lavoro nella società civile. Ma era un pistolero, un pistolero molto in gamba. Ed allora spostandosi in Arizona, divenne un protagonista di una guerra tra allevatori che scoppiò in quella parte d’America.
E lui da che parte stava? Probabilmente da tutte e due, come si conviene ad un grande pistolero. Per un breve periodo di tempo fu anche vicesceriffo. Era abilissimo con le armi e questa sua abilità non passò inosservata alla Pinkerton National Detective Agency, la più importante agenzia privata di sicurezza americana, che lo assunse come agente. Dopo qualche ricerca anche questo incarico e continuato come agente privato presso qualche allevatore.
Era il 1896 quando un allevatore, che aveva con sé una grande somma di denaro, fu visto per l’ultima volta in compagnia di Tom Horn. Da quel momento di quell’allevatore non si seppe più nulla. Da quel momento per Tom Horn iniziava una nuova vita, quella del killer. La Pinkerton si ricordò di lui e lo assunse nuovamente, lo voleva di nuovo in agenzia, questa volta, però, il suo ruolo era quello di sicario.
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Era il 1901 quando fu ucciso un giovane figlio di un ricco allevatore. Di quell’omicidio fu incolpato Tom Horn. Contro di lui vi era la testimonianza di un uomo che aveva ascoltato una sorta di confessione di Tom Horn quando questi era completamente ubriaco. Forse l’assassino era una altro, su cui pendevano maggiori indizi, ma per la giuria era Horn il colpevole. Lui doveva essere condannato a morte. Per impiccagione. E così fu.
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