Mario Biondo, un 50enne di origini spagnole riuscì ad entrare nel wi-fi di casa del cameraman, in molti si chiedono quale sia stato il suo ruolo nella vicenda.
La persona è stata subito comunicata dai consulenti italo americani della Emme Team, a tutti coloro che stanno svolgendo le indagini del caso, a quanto pare la svolta nel caso è vicina.
Il cameraman palermitano trovato morto con una corda al collo a Madrid, esattamente il 30 Maggio 2013, proprio nello stesso appartamento dove viveva con sua moglie, Raquel Sanchez Silva, una nota giornalista e conduttrice televisiva nelle reti spagnole.
Un uomo di 50 anni è nel mirino degli investigatori, l’uomo è di origini spagnole, si trovava dinanzi alla casa della coppia la sera dell’accaduto, inoltre è stato accusato di aver utilizzato gli account social del cameraman.
Ci sarebbe anche un secondo uomo che ha collaborato alla vicenda, ma la sua identità non è stata ancora svelata. Questo è quello che è emerso dalle ultime ricerche svolte dal tema italo-americano della Emme Team.
I consulenti sono riusciti ad individuare i due iPhone utilizzati per riuscire ad accedere ai profili social del cameraman palermitano, inoltre il 50enne è stato palesato alle autorità che si stanno occupando del caso.
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Mario Biondo, il 50enne era collegato con il suo cellulare al wi-fi dell’abitazione al momento del decesso
Tutti i presupposti fanno pensare che la vittima conoscesse bene l’uomo, tanto da fornigli la password del suo servizio wifi. L’uomo ha effettuato l’accesso sul profilo Twitter, mentre una seconda persona ha effettuato l’accesso a Facebook, sia la notte del decesso che il giorno dopo.
Le ipotesi sono quelle che il cameraman palermitano non fosse da solo nell’abitazione, uno dei dispositivi che si è agganciato al wifi alle ore 00:48 è stato utilizzato all’interno dell’appartamento, mentre l’altro è stato usato al di fuori dell’abitazione.
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ì come i consulenti coinvolti nelle indagini faranno il nome della seconda persona scoperta delle ultime rivelazioni.
Purtroppo le autorità spagnole archiviarono con fretta il caso come un suicidio, ma l’intera famiglia del cameraman è convinta che l’uomo non si sia suicidato, ma bensì sia stato vittima di un omicidio studiato e premeditato.