Moxie Marlinspike è uno dei personaggi che ha, forse, in modo tangibile rivoluzionato il concetto di messagistica e privacy. Il nome del creatore di Signal è oggi conosciuto, soprattutto agli appassionati di sicurezza informatica, soprattutto dopo che le polemiche sulla crittografia di WhatsApp.
Negli ultimi anni la figura di Matthew Rosenfeld, meglio conosciuto come Moxie Marlinspike, ha ottenuto una popolarità sempre più crescente, spinta in gran misura dalla creazione di Signal, app di messagistica, ritenuta da molti la più sicura sul pianeta. Moxie oltre ad essere co-fondatore della Signal Foundation è anche CEO di Signal Messenger LLC. La sua potrebbe essere definita una rivoluzione nella messaggistica, visto che, soprattutto dopo che l’app di proprietà Zuckerberg aveva aggiornato le proprie politiche in termini di trattamento dei dati. Il crittografo informatico americano ha negli anni collaborato in diverse occasione per il miglioramento della sicurezza informatica.
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La crittografia è per Moxie Marlinspike un marchio di fabbrica – da molti e molto probabilmente da se stesso, definito hacker etico, l’imprenditore americano ha cercato di portare trasparenze all’interno del mondo digitale e della messagistica. Basti pensare che Signal è divenuta, ormai da qualche anno, l’app prescelta per molti giornalisti, propensi a comunicare molto spesso anche con dati sensibili e informazioni delicate. Signal ha ricevuto ben 61,4 milioni solo nel 2021, dati che se confrontati con altre app di messaggistica, come ad esempio Telegram, rimangono bassi – ma che nel lungo periodo potrebbero ancor di più aumentare, considerando il fatto che il progressivo numero di persone che hanno installato Signal, lo hanno fatto proprio dopo i recenti aggiornamenti dei termini di WhatsApp. A marzo del 2021 la Cina ha bloccato l’app Signal, ritenuta una minaccia dal governo.
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Tra i sostenitori di Moxie Marlinspike figura anche il patron di Tesla, Elon Musk, che ha più volte dichiarato il proprio supporto all’app Signal, consigliandola più volte anche sui social. Moxie si considera anche un viaggiatore, come scrive nella sua stessa bio, consultabile sul suo sito. Più di una volta il crittografo ha analizzato e forzato diversi sistemi, per dimostrare la scarsa trasparenza e la mancata tutela della privacy personale.