La dicitura “Gloria ai nostri eroi”, stampata sul colletto della maglietta dell’Ucraina e giudicata “politica” dalla Russia, è stata coperta: incidente politico-diplomatico chiuso
Ieri sera abbiamo assistito al match più emozionati di Euro 2020 che, comunque, hanno preso il via venerdì scorso con la netta affermazione dell’Italia contro la Turchia per 3-0. Un’autentica girandola di emozioni, invece, il match della “Amsterdam Arena” di Amsterdam, con i padroni di casa capaci di portarsi sul 2-0, per effetto delle reti di Wijnaldum e Weghorst tra il 52′ e il 59′, e che poi si sono fatti rimontare, tra il 75′ e il 79′, grazie a una perla balistica di Yarmolenko e alla zuccata di Yaremchuk, prima di piazzare il colpo vincente, all’85esimo, con Dumfries, al suo primo centro in nazionale.
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Eppure, il match avrebbe potuto provocare uno spiacevole incidente diplomatico per colpa della maglietta dell’Ucraina. Sulla scorta del celebre aforisma di Karl von Clausewitz, “La guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi”, alcuni studiosi sostengono che il calcio sia la continuazione della politica con altri mezzi alla luce della strumentalizzazione a fini politici del calcio sin dai suoi albori. L’ultimo esempio in ordine di tempo è fornito proprio dalla maglietta di gioco dell’Ucraina che ha agitato la vigilia dell’esordio ad Euro 2020 della compagine guidata in panchina da Andrij Shevchenko.
Blu e gialla, come i colori della bandiera nazionale, con raffigurata la sagoma dell’Ucraina, incluse la Crimea, annessa dalla Russia, e le regioni di Donetsk e Lugansk, controllate dai separatisti, e la dicitura “Gloria ai nostri eroi”: una provocazione per la Russia, nonostante il cessate-il-fuoco formalmente ancora in guerra con l’Ucraina, le cui autorità hanno prima sbeffeggiato le nuove uniformi, “unire i territori è un’illusione impossibile“, poi hanno inviato una lettera di protesta all’Uefa: “Attiriamo l’attenzione sull’utilizzo politico della maglietta della selezione ucraina, contrario ai principi del regolamento dell’Uefa”.
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Il massimo organismo calcistico continentale, condividendo il giudizio di Mosca, ha riconoscendo come “politico” lo slogan “Gloria ai nostri eroi” presente sulla divisa ucraina. “Dopo aver svolto una analisi più approfondita – ha spiegato l’Uefa – questo slogan, utilizzato in occasione della ribellione popolare antirussa di Maidan, nel 2014, è chiaramente di natura politica e deve quindi essere ritirato in vista delle partite di competizione dell’Uefa. Nonostante il Presidente della Federcalcio ucraina, Andrij Pavelko, abbia replicato con un post su facebook in cui ribadiva che “da oggi lo slogan e lo stemma saranno esibiti sulle magliette in tutte le competizioni ufficiali”, ieri sera la dicitura incriminata, stampata sul colletto della divisa di gioco, era coperta. Incidente diplomatico chiuso, almeno per ora.
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