Il governo è intenzionato a rilanciare il Redditometro: sotto la lente le spese per bollette, mutui, consumi e investimenti
Si era arenato nel 2018 ma come un fiume carsico periodicamente affiora in superficie: il governo, infatti, è orientato a rilanciare il Redditometro e passare al setaccio del Fisco le spese per il mutuo o per l’affitto di casa, per l’acquisto di farmaci, scuola e università, gestione dell’autovettura ma anche bollette, consumi telefonici e abbonamenti alla pay tv. Come anticipato da “Il Sole 24 ore”, il Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’Economia ha reso noto sul proprio sito di aver avviato una consultazione con le categorie sullo schema di decreto che dovrà individuare gli elementi con i quali accertare la capacità contributiva dei contribuenti a decorrere dal 2016.
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L’obiettivo del decreto è quello di risalire alla reale capacità contributiva in modo da far scattare i controlli solo in presenza di uno scostamento del 20% tra redditi dichiarati e quelli accertati. Le voci di spesa prese in considerazione per risalire al reddito riguardano consumi, investimenti, risparmio e spese per trasferimenti economici (ad esempio, il versamento dell’assegno all’ex coniuge). I consumi verranno stimati avvalendosi anche delle medie Istat per le spese alimentari e per l’abbigliamento e di 55 diverse tipologie di famiglie tipo in funzione del numero dei componenti e saranno presi in esame gli alimenti e le bevande, l’abbigliamento e le calzature, le spese per l’acqua e il condominio, quelle per la manutenzione ordinaria della casa, le spese per la gestione di un’autovettura (rifornimento carburanti e cambio olio), le spese per i trasporti pubblici, quelle per la scuola e l’università e per i prodotti per la cura della persona. Sotto la lente di ingrandimento degli 007 del fisco anche l’importo del mutuo o il canone di locazione, le spese per i medicinali e le visite mediche, per colf e badanti, i bonus, ad esempio quelli per l’acquisto di mobili e di elettrodomestici, la Rc auto e il bollo per auto, moto, camper e i consumi domestici come le spese per luce, gas, riscaldamento oppure per le ricariche e gli abbonamenti telefonici e per l’acquisto di smartphone.
Redditometro 2021, tutte le novità su spese, bollette e mutuo. UNC: “Lo scostamento del 20% non basta”
Ai fini della ricostruzione del reale reddito disponibile verrà considerata anche la capacità di risparmio, la frazione di reddito non assorbita dai consumi e dagli investimenti, con un focus anche sull’incremento patrimoniale: quello di immobili, autoveicoli, azioni, obbligazioni, fondi e polizze vita ma anche di oggetti d’arte o antiquariato. Tuttavia, il fisco offrirà la possibilità di dimostrare che le spese “sospette” sono state sostenute grazie a redditi non considerati o che hanno un diverso ammontare e che la quota di risparmio utilizzata per i consumi si era accumulata negli anni precedenti.
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Tuttavia, la possibile riattivazione del Redditometro fa storcere il naso all’Unione Nazionale Consumatori: “Non deve bastare uno scostamento del 20% delle medie Istat per far scattare un accertamento”, ha tuonato il Presidente di Unc, Massimiliano Dona. “Già in passato, dopo l’intervento del Garante della Privacy, si decise di non far concorrere le medie Istat né alla selezione dei contribuenti né a formare l’oggetto del contraddittorio. Secondo i dati resi noti mercoledì scorso dall’Istat – ha precisato- in media una famiglia spende 42.54 euro al mese in bevande alcoliche e tabacchi, pari a 510.48 euro all’anno. Peccato che se in una famiglia nessuno fuma e sono astemi, le spese siano pari a zero. Per abbigliamento e calzature si spendono 87.98 euro al mese, pari a 1.055.76 euro all’anno. Possibile che uno scostamento di appena 211 euro, il 20%, sia sufficiente per insospettire il fisco? Basta che un componente della famiglia comperi quell’anno un cappotto, ossia decida di fare una tipica spesa una tantum, per falsare la media e superare il tetto”.