Jessica Faoro: chi era la giovane donna uccisa nel 2018

Jessica Faoro, la storia della ventenne che in una notte di febbraio fu massacrata con 85 coltellate nella periferia milanese

Jessica Faoro
Jessica Faoro (foto Facebook)

Sono passati più di tre anni dall’omicidio di Jessica Faoro. Era il 7 febbraio 2018. Aveva vent’anni e un passato turbolento, come i genitori del resto, dai quali la allontanarono per portarla in una comunità.

A sedici anni che lei diventa mamma e la bambina che dà alla luce viene data in adozione. Non sempre ha un tetto dove stare e spesso di lascia andare in amori che hanno poco futuro come quando conobbe un suo coetaneo, Alessandro, che finì però in carcere.

Per vivere fa lavori saltuari come quello che svolgeva quando è stata uccisa. Alessandro Garlaschi è un tranviere 38enne dipendente dell’Atm. In cambio dell’alloggio lavora in casa sua facendo le faccende di casa.

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Jessica Faoro, morta per un rifiuto

In casa c’è anche la moglie di Garlaschi ma lui le fa credere che sia sua sorella. L’uomo aveva già avuto in passato denunce per stalking e con i colleghi si vantava della conquiste fatte con ragazze molto più giovani di lui che amava adescare. Fece così anche con Jessica – che aveva raccontato alle amiche di aver trovato un lavoro come infermiere – ma quella volta finì male per entrambi, soprattutto per la ragazza.

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Garlaschi voleva fare dei giochi erotici che lei che si rifiutò. Quel no scatenò la furia omicida dell’uomo, una ferocia che lo trasformò in una bestia che inflisse al corpo di Jessica 85 coltellate. Il delitto avvenne di notte, in via Brioschi 93 e il corpo – che Garlaschi tentò di bruciare –  fu scoperto la mattina seguente.

Dai messaggi Whatsapp emerse che la ragazza aveva deciso di andare via da quella casa e di voler parlare con i servizi sociali perché le pressioni dell’uomo erano diventate insopportabili e purtroppo mortali. “Un giorno senza sorriso è un giorno perso…” aveva scritto su Facebook pubblicato un selfie poche ore prima di essere uccisa. Garlaschi è stato condannato all’ergastolo, pena contro la quale ha fatto ricorso in Cassazione.

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