Addio Paola Pigni: si è spenta la stella rivoluzionaria dello sport. Prima di lei vi era solo il nulla.
Ricordare Paola Pigni significa non solo e soltanto ricordare una delle più grandi atlete della storia dello sport. Ricordare Paola Pigni significa ricordare cosa ha significato per lo sport femminile questa straordinaria donna, prima che atleta. Ricordare Paola Pigni è ricordare come prima di lei la parola corsa ed il verbo correre non esistessero nel vocabolario femminile dello sport. Con lei ne va una grandissima atleta, ma prima di tutto se ne va una rivoluzionaria dello sport.
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Paola Pigni è morta per un infarto questa mattina, aveva 75 anni. Si trovava a Castel Porziano per la cerimonia per la Festa dell’Educazione alimentare nelle scuole, alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella. Poco dopo il congedo dal Capo dello Stato, l’ex campionessa si è sentita male. Subito soccorsa è stata trasportata all’ospedale Sant’Eugenio di Roma.
Tra i soccorritori l’ex campione Giuseppe Gibilisco
Tra i primi a soccorrere l’ex campionessa di atletica, Giuseppe Gibilisco, ex campione del mondo di salto in alto. “Sono sconvolto, pensavo fosse un mancamento”, ha raccontato Gibilisco, visibilmente scosso. “Abbiamo visto il presidente di Sport e Salute Cozzoli chiedere soccorso e l’abbiamo presa in braccio. Sembrava aveva ripreso tanto che ha chiesto: ‘Perché mi prendete in braccio?'”.
Le sue vittorie
Nel suo curriculum c’è un bronzo europeo nel 1969, ma soprattutto quello olimpico del 1972 a Monaco nei 1500 metri. Nella Notturna di Milano del 1969 porta a 4:12.4 il record mondiale nei 1500 metri dopo aver superato l’olandese Maria Gommers (4:15.0). Nella sua carriera non possono essere dimenticati i suoi due trionfi mondiali nel 1973 e nel 1974 nel cross.
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Le parole del presidente del Coni Giovanni Malagò
“Un’atleta grandissima, apripista di tanta atletica. Andremo a Tokyo anche per ricordarla”. Paola Pigni, la immaginaniamo ora mentre starà correndo i suoi amatissimi, infiniti 1500 metri. Corri Paola, corri.