Tragedia di Vermicino: la mamma di Alfredino parla di mancanza di prevenzione

Dopo 10 anni dalla tragedia di Vermicino è migliorata la situazione italiana in quanto a sicurezza e prevenzione? Parlano la mamma di Alfredino e lo psicologo Daniele Biondo

vermicino

Sono passati ormai quarant’anni dalla Tragedia di Vermicino che vide il piccolo Alfredo Rampi perdere la vita. Era il 10 giugno del 1981 quando il bimbo di soli sei anni cadde dentro ad un pozzo. Inutili i soccorsi, trasmessi in diretta tv, Alfredino dopo tre giorni dentro al pozzo perse la vita. Il corpo del piccolo venne recuperato dopo un mese.

Fu un evento che scosse molto l’Italia, dopo quella vicenda venne creata la Protezione Civile, proprio per evitare che eventi del genere si ripetessero di nuovo. Ma secondo la madre di Alfredino, Franca Bizzarri Rampi, in Italia “manca ancora a livello diffuso la cultura della prevenzione”. Ed è proprio per promuovere la sicurezza e la protezione dei più piccoli che i genitori di Alfredino poche settimane dopo la triste vicenda diedero vita al Centro Alfredo Rampi, oggi punto di riferimento nazionale per la formazione di soccorritori e bimbi.

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 Lo psicologo Daniele Biondo parla del post Vermicino

Daniele Biondo, psicologo del Centro Alfredo Rampi si è espresso sulla situazione italiana post Vermicino: “In Italia dopo 40 anni è cambiato tanto purtroppo e al tempo stesso grazie a Vermicino. Tutto quello che all’epoca è mancato e che purtroppo, forse, ha generato anche il fallimento del salvataggio di Alfredino è migliorato. Abbiamo imparato che c’era bisogno di un sistema organizzato di soccorsi, un coordinamento tra soccorritori che a Vermicino non c’era” – Biondo prosegue – Fu l’unica diretta di tre giorni che raccontò davvero la realtà: in cui si vide la confusione, la disorganizzazione, la pressione psicologica sui soccorritori e il paese ne rimase traumatizzato.”.

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