Saman Abbas, dopo aver origliato una conversazione della madre, iniziò ad avere il timore che la volessero uccidere: attualmente ad essere ritenuto l’esecutore materiale del presunto omicidio è lo zio Danish Hasnain. Ecco gli ultimi aggiornamenti del caso.
Con il passare dei giorni il caso della scomparsa di Saman Abbas assume risvolti sempre più raccapriccianti. Gli inquirenti sono ormai convinti che la 18enne pakistana non si trovi in Belgio, come dichiarato dalla famiglia tornata improvvisamente in patria, ma che sia stata invece uccisa. La giovane pochi mesi fa si era opposta a un matrimonio combinato con un suo connazionale e, secondo le indiscrezioni, aveva un fidanzato segreto che sarebbe già stato sentito dai carabinieri. Le ricerche del corpo di Saman Abbas vanno avanti nella campagna che si estende tra Novellara, Campagnola e Reggiolo.
La 18enne appare l’ultima volta il 30 aprile in una registrazione delle telecamere di videosorveglianza nei pressi dell’abitazione in cui viveva con la famiglia. Nelle immagini si vede Saman uscire di casa con i genitori tenendo con sé uno zaino, lo stesso che poco più tardi si vede nelle mani dei familiari, tornati indietro senza la ragazza. In un altro video si vedono invece tre persone trasportare due pale, un secchio e un piede di porco. L’ipotesi al momento più accreditata è che la 18enne sia stata consegnata allo zio 33enne Danish Hasnain, attualmente ricercato, per essere uccisa.
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Le parole dello zio e della madre di Saman Abbas
Secondo quanto reso noto dalla Gazzetta di Reggio, che ha riportato alcune indiscrezioni giudiziarie, Saman Abbas si era spaventata dopo aver sentito per caso una conversazione della madre da una stanza vicina. A raccontarlo agli investigatori sarebbe stato il suo fidanzato, un 21enne pakistano residente in Italia. Secondo quanto emerso, la giovane gli aveva rivelato in un messaggio vocale che sua madre indicava l’uccisione come unica soluzione per una donna che non si attiene alle regole di vita pakistane.
Saman era convinta stesse parlando proprio di lei, tanto che glielo chiese direttamente. La donna però negò, giustificando quelle parole come riferite a una vicenda accaduta in passato in Pakistan. La 18enne, non credendo a quella versione, confidò al suo fidanzato segreto di essere convinta che stessero parlando di lei e gli disse: “Se non mi faccio sentire per più di 48 ore avverti le forze dell’ordine”.
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A confermare la tesi dell’omicidio sarebbe stato il fratello 16enne della giovane, che dopo essere stato fermato in Francia avrebbe rivelato che a ucciderla sarebbero stati proprio i suoi familiari, poi fuggiti dall’Italia per evitare le indagini. Come emerso nelle ultime ore, lo zio accusato di averla uccisa avrebbe scritto in un messaggio: “Un lavoro fatto bene”. Non è chiaro se l’uomo si riferisse a Saman Abbas, ma per gli inquirenti potrebbe essere un elemento chiave in più per la sua colpevolezza.