Report tira in ballo diverse società di Serie A in un’inchiesta sul calcio, in particolare il Genoa di Preziosi e del figlio Matteo.
Il programma settimanale di Rai 3 condotto da Sigfrido Ranucci, Report, colpisce ancora e stavolta lo fa con un’inchiesta molto approfondita sul mondo del calcio, sul ruolo dei procuratori e sui conflitti di interesse che aleggiano sul sistema.
Diverse le società tirate in ballo ma una in particolare compare in diverse questioni, dalle plusvelenze fittizie ai conflitti di interesse, dall’affare Rovella ai rapporti pochi chiari con il mondo dei procuratori.
Parliamo del Genoa Cricket and Football Club, la più antica società italiana essendo stata fondata il 7 settembre 1893. In bacheca nove scudetti, anche se l’ultimo successo è datato 1924 ed una Coppa Italia datata 1937, l’ultimo trofeo vinto in assoluto.
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Il club da più di 80 anni veleggia tra Serie A, Serie B e Serie C ed ha trovato una discerta stabilità dal 2003 anno dal quale è di proprietà di Enrico Preziosi, il patron della omonima fabbrica di giochi per bambini.
Dal 2007 il Genoa partecipa ininterrottamente al massimo campionato italiano ed un ruolo decisivo per raggiungere tale obiettivo lo ha avuto la capacità del patron di muoversi con abilità ed una discreta spregiudicatezza nel mondo dei procuratori.
Il rapporto con gli agenti di mediazione tra calciatori e società ha infatti permesso ai grifoni di mettere in rosa negli anni campioni del calibro di Diego Milito, Thiago Motta, Marco Di Vaio, Alberto Gilardino, Luca Toni fino all’ultima scoperta Nicolò Rovella già venduto alla Juventus.
In questo meccanismo, secondo quanto scoperto da Report, ha avuto un ruolo decisivo Matteo Preziosi socio di una società svizzera di intermediazione che avrebbe un legame diretto con il club rossoblu. Un legama che il programma di Ranucci definisce da conflitto di interesse.
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Matteo Preziosi, rampante erede con il fratello Fabrizio e la sorella Paola dell’impero dei giochi è di fatto il braccio operativo del padre e come lui è già incappato un paio di volte nelle spire della Giustizia. La prima volta nel 2005 quando andò a giudizio con l’accusa di aver picchiato un agente della Polizia Locale di Genova, ironia del caso l’agente Rodolfo Grifone.
La seconda volta nel caso di frode sportiva legata alla partita della Serie B 2004-2005 Genoa-Venezia. Partita per la quale il Enrico Preziosi venne condannato a quattro mesi di reclusione.