Seid Visin, l’ex Primavera del Milan suicida a 20 anni, aveva denunciato un episodio di razzismo.
“Ovunque vada sento sulle spalle come un macigno il peso degli sguardi scettici, prevenuti, schifati, impauriti delle persone”. Queste parole terribili da pensare e poi, successivamente, pronunciare, sono le parole di un ragazzo di vent’anni che ieri ha deciso di farla finita. Sono parole terribili soltanto da riportare su una pagina di un computer. Non possiamo nemmeno lontanamente immaginare, noi bianchi, razza eletta e fortunata, quale tempesta emotiva può portare la consapevolezza di essere ritenuto un peso ed un pericolo della società.
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Seid Visin era nato in Etiopia ed era stato quando era ancora piccolo e portato Nocera Inferiore. Aveva anche giocato al calcio, nelle giovanili del Milan ed era stato compagno dell’attuale portiere della nazionale italiana Gianluigi Donnarumma. Ha avuto sicuramente meno fortuna ma lui, la causa, l’aveva già individuata, da tempo. Non era sfortuna.
Aveva scritto anche altre parole, drammatiche e disperate, indirizzate ai suoi amici. Diceva che lui non era un immigrato, era stato portato da piccolo, quindi si sceglie italiano, non era uno straniero. Aveva cercato lavoro e lo aveva trovato. Ma tante, troppe persone no volevano essere serviti da lui, lui che rappresentava, ai loro occhi, lo straniero che ruba il lavoro agli italiani.
Parole terribili che diventano agghiaccianti se si considera a cosa hanno poi portato. Il passo più tremendo di quelle righe lasciate come una sorta di testamento agli amici più cari. è quando il ragazzo dice che, ad un certo punto, aveva iniziato a fare battute terribili sugli immigrati e sulle persone di colore, quasi cercasse di smarcarsi da loro come faceva quando faceva giocava a calcio nel Milan.
Sapeva benissimo, lui per primo, che quella era soltanto paura. Paura di non essere accettato. Sapeva benissimo che il suo disagio e la sua sofferenza sono il disagio e la sofferenza di molte migliaia di persone che scappano da guerre, da tirannie o dalla fame, in cerca soltanto di un’esistenza dignitosa. “Quelle persone che rischiano la vita, tanti l’hanno già persa, solo per annusare, per assaggiare, il sapore di quella che noi chiamiamo semplicemente ‘vita’”.
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La tragica storia di Seid Visin scivolerà su tanti come l’acqua sulla roccia. Perché sono tanti coloro che la pensano come quelle persone che non volevano essere servite da lui. Sono tante, tante e troppe.Qualche ipocrita parola uscirà anche dalla bocca di qualche politico. forse. Magari qualcuno che non vuole nemmeno che gli immigrati tocchino la sacra terra italica.
“L’ho conosciuto appena arrivato a Milano, ho incontrato insieme in convitto sono passati anni ma non posso e non voglio dimenticare quel suo sorriso incredibile, quella sua gioia di vivere, racconta commosso il portiere azzurro. Era un amico, un ragazzo come me “.
Un grande ex giocatore, Claudio Marchisio ha rilasciato un suo breve ma chiaro commento sulla tragedia del giovane Seid: “Un Paese che spinge un giovane ragazzo a fare un gesto così estremo è un che ha fallito. Facciamo un po’ schifo. Tutti: di centro, di destra, di sinistra”, ha detto l’ex campione della Juventus e della Nazionale italiana. Che la terra ti sia lieve, Seid e perdonaci. Se puoi.
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