L’incendio scoppiato a bordo di una nave mercantile a largo della costa orientale dello Sri Lanka si sta trasformando in disastro ambientale.
Oltre mille container a bordo, tra cui 25 tonnellate di acido nitrico insieme ad altri prodotti chimici e cosmetici: è il carico di veleni che in queste ore si sta riversando in uno dei più incontaminati paradisi naturali, le acque dello Sri Lanka. Il cargo mercantile è naufragato al largo della costa orientale dopo un incendio a bordo, dando inizio al peggior disastro ambientale della storia del Paese, come hanno dichiarato le autorità locali.
In queste ore il governo di Colombo ha deciso di vietare la pesca a 50 miglia dalla costa. L’equipaggio di 25 marinai e tecnici è stato evacuato in tempo, ma nonostante la “battaglia” di pompieri e guardia costiera che hanno domato per giorni le fiamme, il cargo (MV X-Press Pearl, mercantile immatricolato a Singapore) non ha retto ed è affondato lo stesso: ora si temono non solo le perdite dell’acido ma anche delle centinaia di tonnellate di carburante, un cocktail di veleni dannosissimi all’ecosistema.
Il ministro della pesca srilankese ha fatto scattare misure d’emergenza per proteggere la laguna di Negombo, sperando di salvare la vita marina non ancora danneggiata. “E’ un colpo mortale alla nostra industria”, ha dichiarato il leader dei sindacati dei pescatori della regione, Joshua Anthony. “Non possiamo più pescare, il che significa che non possiamo più guadagnarci da vivere”. Sono 5.600 i pescherecci e centinaia i soldati impegnati a ripulire la costa, ma sembra impossibile scongiurare questo terribile disastro.
Sri Lanka is bracing for an environmental disaster caused by a cargo ship catching fire and sinking off its coast, potentially spilling hundreds of tons of oil and chemicals into the sea. pic.twitter.com/vBHufaLJMq
— DW News (@dwnews) June 3, 2021
Le dinamiche dell’incidente della nave cargo affondata in Sri Lanka
Dopo 12 giorni di incendio, il probabile affondamento rappresenta «il peggiore scenario», mentre la costa è già invasa dalle microplastiche trasportate dalla portacontainer. Il 21 maggio le fiamme a bordo, estinte solo ieri. Centinaia di squadre per ripulire le spiagge. La causa dell’incidente forse legata ad una perdita di acido nitrico, di cui l’equipaggio era a conoscenza dall’11 maggio.
Mercoledì 2 giugno una squadra di soccorso ha provato a trascinare il relitto più lontano dalla costa per limitare i danni. Ma le operazioni sono state complicate dal mare mosso e dai venti monsonici, e i tentativi sono falliti.
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Ora la portacontainer, un gigante con una lunghezza di 186 metri, sta affondando. La poppa ha già toccato il fondale marino, a una profondità di 21 metri. Centinaia di tonnellate di olio combustibile stanno fuoriuscendo dai serbatoi di carburante (in totale la nave ne trasportava 348 tonnellate) e disperdersi nel mare. La fauna e la flora marine rischierebbero così di venire devastate.