Remi Ochilik, è stata la seconda vittima dell’atroce battaglia di Homs, la quale ha visto anche la celebre giornalista Marie Colvin perdere la vita.
I due giornalisti Marie Colvin e il giovane giornalista francese sono stai uccisi per via di un bombardamento a Homs, la città simbolo della ribellione contro Al Assad, l’attivista Omar Shaker e le emittenti locali Al Jazeera e Al Rabiya confermarono il decesso dei due giornalisti.
Il giornalista e fotografo di 28 anni lavorava per diverse testate giornalistiche francesi come Le Monde, Paris Match, Time Magazine e il The Wall Street Journal, dal 2005 tramite la sua agenzia fotografica Ip3 Press riuscì a vincere il premio World Press Photo, proprio per la categoria delle News, con una foto scattata in Libia durante la rivoluzione.
Sembra che i due reporter furono uccisi da una bomba delle forze governative fedeli al regime di soppressione, la bomba è caduta proprio sul centro stampa allestito dai ribelli nel quartiere di Bab Amr, il quale venne poi assediato dai lealisti sanguinari il 4 Febbraio.
Durante il bombardamento altri 4 giornalisti rimasero feriti, l’edificio venne interamente distrutto, tra le macerie c’erano due cadaveri, ma purtroppo non fu possibile identificarli per capire l’età e il sesso.
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Remi Ochilik, per il Reporters sans Frontières la casa dei giornalisti fu colpita intenzionalmente dal governo
Durante i bombardamenti morì anche un video blogger siriano di nome Rami al-Sayed, il sito web BBC riporto l’accaduto. Il blogger era riuscito a diffondere un video tramite il web, ma venne colpito da una scheggia durante il bombardamento nel quartiere.
Le immagini del suo corpo nell’ospedale locale, vennero pubblicate da suo fratello proprio per mostrare la brutalità del governo contro il popolo indifeso.
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Anche la giornalista francese Edith Bouvier, rimase ferita gravemente, la donna collaborava con il quotidiano “Le Figaro”, lo stesso fotografo freelance del Sunday Times, Paul Conroy rimase ferito proprio mentre avrebbe dovuto assistere Marie Colvin nei suoi servizi.
Il regime siriano affermò che non era a conoscenza dei due giornalisti occidentali rimasti uccisi durante i bombardamenti a Homs. Non si avevano informazioni a riguardo, e non sapevano neanche come fossero riusciti ad entrare nel vasto territorio siriano.