In alcuni video, girati dal 2014, 2016 e 2018, di un cittadino svizzero sono visibili i famigerati “forchettoni” che inibiscono il funzionamento del sistema frenante d’emergenza
Gli accertamenti irripetibili che saranno disposti nell’inchiesta sull‘incidente della funivia del Mottarone, come comunicato dal Procuratore della Repubblica di Verbania Olimpia Bossi, “sono finalizzati a capire perché la fune si è rotta e si è sfilata e se il sistema frenante avesse dei difetti”. Da queste analisi si vedrà se “emergeranno anche altre responsabilità”. Un altro focus all’attenzione degli inquirenti è l’analisi delle chat e delle mail tra i tre indagati per accertare come sia stata presa la decisione di non togliere i “forchettoni” dal freno d’emergenza e chi materialmente l’abbia eseguita. Ecco perché a breve potrebbero essere iscritti nel registro degli indagati anche altri dipendenti della società che gestisce la funivia del Mottarone. “Valuteremo in che termini sapevano dell’uso dei forchettoni– ha precisato il Procuratore Olimpia Bossi – e se hanno consapevolmente partecipato o se si sono limitati ad eseguire indicazioni provenienti dall’alto”.
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Intanto si affaccia un’ipotesi inquietante: alla linea della funivia del Mottarone i freni di emergenza potrebbero essere stati bloccati già da anni. E’ quanto emergerebbe da alcuni video girati dal 2014 al 2018 da uno svizzero, il quale, dopo l’incidente, ha inviato il materiale all’emittente tv tedesca ZDF. Nelle immagini del videoamatore, che per interessi “di tipo tecnico” ha ripreso la funivia del Mottarone tre volte (nel 2014, nel 2016 e nel 2018), sono visibili i famigerati “forchettoni”. I video in questione sono stati inviati alla Procura della Repubblica di Verbania mentre ieri a Stresa c’è stato il sopralluogo degli ispettori del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture.
Da due giorni il piccolo Eitan, 5 anni, unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone in cui hanno perso la vita i suoi genitori, il fratellino di appena 2 anni e i bisnonni, è fuori dalla rianimazione, la sua prognosi riservata è stata sciolta ed è stato finalmente dichiarato fuori pericolo dai medici dell’Ospedale pediatrico “Regina Margherita” di Torino che lo hanno in cura. Eppure il piccolo Eitan, accudito dagli zii e dai nonni, a loro volta assistiti da una psicologa, e per il quale si è aperta una gara di solidarietà con striscioni di incoraggiamento, regali e tre richieste di adozione inoltrate al sindaco di Stresa, non è del tutto fuori pericolo:
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“Bisogna evitare che l’attenzione di organi di stampa, radio e tv finisca per divenire, in nome di un sentimento pietoso, una forma di sfruttamento“: è il monito della Garante dei minori, Carla Garlatti, sulla vicenda di Eitan. “Vanno usate maggiore attenzione e sensibilità nella diffusione di immagini, notizie e dichiarazioni”, ha puntualizzato la Garlatti invitando poi a evitare la sovraesposizione e la spettacolarizzazione.
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