Stasera il tributo a Rino Gaetano per il 40° anniversario dalla scomparsa nel film “Ma il cielo è sempre più blu” con Claudio Santamaria.
Stasera, mercoledì 2 giugno alle 21.25, Rai 1, trasmetterà il tv movie “Rino Gaetano – Ma il cielo è sempre più blu” per ricordare il grande artista Rino Gaetano. A 40 anni dalla scomparsa l’artista torna in vita grazie alla regia di Marco Turco e una grande interpretazione di Claudio Santamaria.
“La cosa che mi ha stupito – ha detto Claudio Santamaria in un’intervista – è che le giovani generazioni dopo aver visto la miniserie fossero andate a sentirsi tutte le canzoni di Gaetano, che non conoscevano. La sua forza sta nella sua eternità. Ha creato musica che è costantemente contemporanea. Ha toccato temi universali andando sempre fino alla radice e questo ha reso le sue canzoni sempre giovani e immortali. Poi nei suoi brani c’è anche una ricerca di suoni incredibile”.
Uno dei grandi meriti della fiction è stato portare al grande pubblico “il lato più poetico di Rino. Chi lo amava già conosceva quell’aspetto profondo e doloroso dell’emigrante, uno dei temi più importanti e più visitati nella sua musica”, racconta l’attore. Interpretare questa miniserie poi “mi ha ridato fiducia nel mio mestiere. Poco dopo la messa in onda, durante un incontro con il pubblico, venne da me, insieme alla moglie, un signore, un tabaccaio. Mi raccontò che da anni non faceva altro che dormire, lavorare e mangiare e aveva perso ogni stimolo nella vita.”, dice Santamaria, “conoscere con la fiction gli aveva fatto riacquistare una scintilla di curiosità e voglia di conoscenza, e così aveva ritrovato anche il rapporto con la moglie e la figlia. Chi dice che con l’arte non si mangia lo rimanderei all’asilo. L’arte nutre tanto il corpo quanto l’anima”.
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La sua Volvo 342 che sbanda contromano su via Nomentana, lo schianto violentissimo con un camion, la disperata e vana corsa in ospedale al Policlinico Umberto I. Finisce con quest’ultima agghiacciante sequenza il film della vita di Rino Gaetano. Era la notte del 2 giugno del 1981.
Eppure oggi, quarant’anni dopo, le sue canzoni ci appaiono pienamente attuali e contemporanee. Basta sostituire i politici dell’epoca (da Fanfani a Berlinguer) con quelli attuali. E scavare un po’ oltre la patina rassicurante accumulata in questi anni, a coprire malefatte e vizi sociali di un’Italia che solo apparentemente può sembrare distante da quella grottesca dipinta dal cantautore calabrese.
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