Cosa è successo alla giovanissima Jessica Carpenter, uccisa da uno sconosciuto: il giallo della sua morte e la ricostruzione dell’accaduto.
Jessica Lynne Carpenter, nata il 9 luglio 1983 a Waukegan, Lake County, Illinois, aveva solo 17 anni quando ha perso la vita. La più giovane di tre sorelle, era un membro di una band del liceo ma soprattutto era una persona amata da tutti. Così, il 4 agosto 2000, quando Judy Carpenter è tornata nella sua casa di Aiken, nella Carolina del Sud, e ha trovato il corpo di sua figlia, nuda e insanguinata, è stato davvero come se fosse accaduto l’inimmaginabile.
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La povera Jessica Carpenter era stata violentata e uccisa a casa sua, e la notizia ha scosso la cittadina di Aiken nel profondo. Dopo che la scena del crimine è stata messa in sicurezza dalla polizia e hanno raccolto tutte le prove possibili da lì, il corpo di Jessica è stato trasferito all’ufficio del medico legale della contea di Aiken per essere esaminato. E hanno determinato che l’adolescente è stata strangolata con un cavo telefonico prima che le venisse tagliata la gola con un coltello da cucina.
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Nei mesi successivi all’omicidio di Jessica, gli investigatori hanno intervistato più di 300 persone e raccolto oltre 100 campioni di DNA da inviare al database statale. Ma sfortunatamente, non solo non sono stati in grado di trovare una corrispondenza, ma non sono nemmeno riusciti a trovare un sospetto in quel momento. Sotto accusa è finito Reinaldo Rivera, che aveva precedenti specifici, ma poi le accuse nei suoi confronti sono cadute. Ci sono voluti due anni, ma gli investigatori hanno finalmente ottenuto una svolta nel caso quando Robert F. Atkins è stato arrestato in Georgia per un crimine non correlato e il suo DNA, inserito nel database nazionale, corrispondeva a quello recuperato dal corpo di Jessica Carpenter.
Successivamente hanno appreso che Robert Atkins, un dipendente di Airborne Express al momento dell’omicidio, era stato assegnato per effettuare una consegna vicino alla casa di Jessica il giorno della sua morte. Aveva anche consegnato un pacco alla famiglia Carpenter pochi giorni prima, quindi sapeva che c’era la possibilità che Jessica fosse a casa in quel momento. Aveva pianificato tutto. Secondo la stessa ammissione di Robert, il 4 agosto 2000, arrivò a casa dei Carpenter con la sua uniforme e quando Jessica aprì la porta, riuscì a farsi strada dentro chiedendo se poteva usare il telefono. Una volta dentro, ha sopraffatto Jessica, l’ha aggredita, violentata e uccisa, quindi se n’è andato. Robert in seguito rivelò anche la posizione dell’arma del delitto, che era un coltello insanguinato avvolto in una maglietta, nascosto in un terreno.
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