Rapito a Port au Prince, capitale di Haiti, da una nota gang locale, la “400 Mawozo”, un ingegnere italiano. Forse sequestrato anche un tecnico di cui al momento è ignota la nazionalità
Un ingegnere italiano 74enne è stato rapito nel cantiere dove stava lavorando da una gang locale, nota come “400 Mawozo”, a Port au Prince, capitale di Haiti. Era nel Paese per conto della ditta di costruzioni “Bonifica Spa”, con sede a Roma. Il sequestro, avvenuto nella mattinata di martedì, è da ricondurre a finalità estorsive, secondo quanto trapelato finora. La notizia è stata confermata dalla Farnesina la cui Unità di Crisi si è immediatamente attivata. “Un ingegnere italiano di 74 anni, impiegato presso una ditta di costruzioni italiana ad Haiti, è stato prelevato oggi dal cantiere dove si trovava per alcuni rilievi da individui sconosciuti. L’Unità di Crisi della Farnesina – si legge nella nota diramata del Ministero degli Esteri – è stata immediatamente attivata e sta seguendo il caso in raccordo con le altre competenti articolazioni dello Stato, con la nostra ambasciata a Panama e con il nostro Console onorario sul posto”.
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Secondo le prime frammentarie informazioni, l’ingegnere italiano, Giovanni Calì, di 74 anni, di origini siciliane, sarebbe stato sequestrato in una località denominata “Croix des Bouquets”. Come detto, l’ingegnere lavora per conto dell’azienda “Bonifica spa” che si sta occupando della posa d’asfalto sulla strada che collega il Centro di Haiti con il Nord. Secondo quanto accertato dall’INPS, Giovanni Calì è un ingegnere che, pur essendo in pensione, continua a lavorare alle dipendenze della “Bonifica spa” che ha molti cantieri aperti nelle Americhe.
Insieme all’ingegnere italiano potrebbe essere stato sequestrato anche un tecnico, di cui al momento è sconosciuta la nazionalità. Il rapimento è avvenuto quando i due stavano effettuando dei rilievi in un’area di intervento del progetto per conto della ditta “Bonifica Spa”. A fornire questi dettagli è l’Ambasciatore d’Italia a Panama, Massimo Ambrosetti, responsabile anche per Haiti dove pure è presente un console onorario. È stato proprio il console, non appena avvenuto il sequestro, ad avvisare l’ambasciata a Panama di quanto accaduto al nostro connazionale, iscritto alle liste dell’Aire (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero).
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Haiti, uno dei Paesi più poveri del mondo le cui condizioni economiche si sono ulteriormente aggravate dopo il terremoto del 2010, sta vivendo, come riferito dall’Ambasciatore Ambrosetti, “un’esplosione di rapimenti“: 243 nel solo 2020 rispetto ai 78 dell’anno precedente. Fra i casi più recenti e clamorosi il sequestro, l’11 aprile scorso, di sette religiosi cattolici, tutti prelevati a forza da un albergo della capitale Port-au-Prince: tre preti e una suora haitiani, un sacerdote e una suora francesi, per i quali è stato chiesto il pagamento di un milione di dollari. La stessa Chiesa cattolica ha definito la crisi dei rapimenti in corso nel piccolo Paese caraibico, considerato il più povero dell’emisfero occidentale, una “discesa all’inferno“.
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