Oggi, 2 Giugno, Festa della Repubblica italiana: origini storiche e il giallo dei presunti brogli al Referendum istituzionale
La Festa della Repubblica italiana, che ricorre il 2 giugno, celebra la vittoria della “Repubblica” al referendum istituzionale del 2 giugno 1946, pertanto è l’atto fondativo della nostra democrazia, di un Paese che si gettava definitivamente alle spalle gli anni bui del ventennio fascista e l’occupazione nazista. Contestualmente al referendum si svolsero le elezioni per eleggere i componenti dell’Assemblea Costituente che avrebbero redatto la Costituzione della Repubblica italiana, entrata ufficialmente in vigore il 1° gennaio del 1948.
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Nella consultazione referendaria, caratterizzata da un’affluenza record, quasi il 90% degli aventi diritto, l’affermazione della “Repubblica” fu netta: 12.700.000 voti contro i 10.700.000 per la “Monarchia”. Eppure, a causa di un ritardo nell’afflusso dei voti alla Commissione elettorale centrale da parte della grandi città del Nord, sembrava dovesse prevalere la “Monarchia” grazie soprattutto alle preferenze del Sud Italia, tradizionalmente filomonarchico.
Tutto ciò nel corso degli anni successivi alimentò speculazioni e dietrologie su un presunto esito del voto referendario manipolato in favore della “Repubblica”. Anche per questo la proclamazione ufficiale della vittoria della “Repubblica” da parte della Commissione elettorale avvenne solo il 13 giugno, dopo aver vagliato e respinto le accuse di brogli avanzate dal fronte monarchico.
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In quello stesso giorno Umberto II, succeduto al padre Vittorio Emanuele III che, nell’estremo tentativo di risollevare le sorti della dinastia sabauda, screditatasi agli occhi degli italiani in quanto compromessa con il regime fascista, aveva abdicato in suo favore poche settimane prima del referendum, partì per l’esilio a Cascais, in Portogallo, non prima di aver omaggiato i più stretti collaboratori di un titolo nobiliare: siccome l’investitura da parte del “Re di maggio“, così è altrimenti conosciuto Umberto II in quanto sedette sul trono d’Italia dal 9 maggio al 2 giugno 1946, avvenne sulla pista dell’aeroporto di Ciampino mentre rullavano i motori del velivolo che lo avrebbe condotto in Portogallo, i neo titolati vennero beffardamente ribattezzati dalla stampa dell’epoca i “Conti di Ciampino“. Solo con l’abrogazione, nel 2002, della XIII norma transitoria i discendenti maschi di Casa Savoia hanno potuto fare ritorno in Italia.
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