Si tratta dell’unico condannato in via definitiva per il Delitto di Perugia: Rudy Guede, oggi non è più in carcere, ecco cosa fa.
Rudy Guede, l’unico condannato in via definitiva per l’omicidio della studentessa britannica Meredith Kercher, ha ottenuto da un tribunale italiano il permesso di scontare il resto della sua pena in affido ai servizi sociali. Il giovane ivoriano oggi ha 34 anni e venne condannato nel 2008 con rito abbreviato a 16 anni di carcere.
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Come noto, Meredith Kercher, una studentessa di 21 anni di Coulsdon, Surrey, è stata uccisa nella sua casa nella città universitaria di Perugia nel novembre 2007. Il suo corpo è stato trovato nella sua camera da letto , parzialmente svestito con più coltellate. Era stata anche abusata sessualmente, stando a quanto emerso dalle indagini.
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Cosa fa oggi Rudy Guede: chi è l’unico condannato per il delitto di Perugia
Le condanne di altri due indagati, Amanda Knox, una studentessa americana che condivideva la casa con la Kercher, e il suo ex fidanzato italiano, Raffaele Sollecito, sono state ribaltate. Guede aveva già ottenuto una scarcerazione parziale nel 2017 e fino allo scoppio della pandemia di Coronavirus aveva lavorato nella biblioteca di un centro di criminologia nel comune laziale di Viterbo. Successivamente, era stato affidato alla Caritas. Il tribunale di sorveglianza di Roma lo ha affidato ai servizi sociali in quello che il suo avvocato, Fabrizio Ballarini, ha definito un segnale di “alto livello di integrazione sociale” e della “condotta irreprensibile” di Guede.
Ballarini ha detto a un portale di cronaca locale che Guede stava anche completando un master in scienze storiche all’università Roma Tre. Lo ha anche definito “socialmente ben integrato”. Per il delitto di Perugia venne accusato ingiustamente – proprio da Amanda Knox – Patrick Lumumba, proprietario di un bar, del crimine. Lumumba ha trascorso due settimane in prigione ed è stato rilasciato solo dopo che qualcuno si è fatto avanti con un alibi per lui. Amanda Knox e Sollecito furono assolti nel 2011 prima di essere nuovamente condannati nel 2014 dalla Corte d’appello di Firenze, che stabilì che le lesioni multiple inferte al corpo di Meredith Kercher dimostravano che Guede non avrebbe potuto agire da solo. Nel 2015, la Cassazione assolse definitivamente i due giovani.