“Fatti di inaudita gravità”: cosi la Procura della Repubblica di Verbania nel decreto di fermo dei tre indagati per la tragedia del Mottarone
“I fatti contestati sono di straordinaria gravità in ragione della deliberata volontà di eludere gli indispensabili sistemi di sicurezza dell’impianto di trasporto per ragione di carattere economico e in assoluto spregio delle più basilari regole di sicurezza per la tutela dell’incolumità e della vita”. Così la Procura della Repubblica di Verbania nel decreto di fermo per i 3 indagati per l’incidente del Mottarone per i quali ravvisa il pericolo di fuga. In caso di accertate e riconosciute responsabilità per “condotta sconsiderata”, pertanto, la pena sarebbe elevatissima.
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“L’incidente della funivia del Mottarone in cui sono morte quattordici persone, tra cui due bambini, è inaccettabile, abominevole. E’ al di fuori del comprensibile, dell’umano che si possa mettere a rischio la vita delle persone per un fattore economico”, ha rincarato la dose il Governatore del Piemonte, Alberto Cirio, dopo gli ultimi sviluppi dell’inchiesta sull’incidente della funivia del Mottarone che, secondo la relazione degli uffici, letta nei giorni scorsi in Consiglio regionale, è di proprietà comunale, non regionale. “Il tragico incidente sulla funivia Stresa-Mottarone è una grande ferita per il Paese“, ha rimarcato il Ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini nell’informativa alla Camera.
“Abbiamo sequestrato tutto, anche la scatola nera“. Così il comandante dei Carabinieri di Verbania, impegnati nelle indagini sulla tragedia della funivia Mottarone in cui sono morte 14 persone. Intanto, si apprende che sabato alcuni tecnici della società Sfc Monterosa, che si occupa di manutenzione di impianti a fune, sono intervenuti per occuparsi della sostituzione di un rullo, una ruota attraverso cui passava il cavo: un intervento che non spiegherebbe la rottura della fune trainante. Domani è in calendario l’udienza di convalida del fermo dei tre indagati ed è già iniziato il triste spettacolo del rimpallo delle responsabilità: dopo le prime ammissioni dei tre di non aver attivato volontariamente il freno d’emergenza della cabina, il Direttore, l’ingegnere Enrico Perocchio, “nega di aver autorizzato l’uso della cabinovia con i “forchettoni” inseriti” (il che ha impedito il funzionamento del freno), ha reso noto il suo legale.
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Nel frattempo ieri sono stati officiati in Israele i funerali dei genitori, del fratellino di 2 anni e dei bisnonni del piccolo Eitan, unico superstite della tragedia: il piccolo, ricoverato presso l’ospedale pediatrico “Regina Margherita” di Torino, è stato estubato, respira quindi autonomamente, parla con la zia Aya, sorella del padre, e si guarda intorno. “E’ sveglio e cosciente nel reparto di rianimazione“, hanno precisato i medici che hanno in cura Eitan che, comunque, resta in prognosi riservata.
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