Massimiliano Allegri, il ritorno da vincitore ancora prima di ripartire. Ritorna a Torino più forte di prima.
Come si può definire il ritorno a Torino, sponda bianconera, di Massimiliano Allegri? Semplicemente come una sua grande vittoria. Il suo sesto scudetto l’ha già vinto e non sul campo. Il tempo, che è sempre galantuomo, ha provveduto a consegnarglielo. Dopo l’incredibile serie di vittorie che contemplavano 5 scudetti consecutivi a cui aveva aggiunto per 4 volte consecutive la Coppa Italia e 2 volte la Supercoppa italiana, qualcuno pensò che fosse arrivato il momento dei saluti.
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Dopo aver convocato in sede, i dirigenti bianconeri gli ha detto: Grazie di tutto ma riteniamo che il suo tempo sulla panchina della Juventus sia terminato. Vogliamo cambiare filosofia, vogliamo vedere la squadra che impone il suo gioco su qualsiasi campo e contro qualunque avversario. Venne chiamato allora Maurizio Sarri, che il suo scudetto lo vinse, ma senza minimamente cambiare filosofia e, soprattutto, senza mai comprendere la filosofia più importante, quella della Juventus.
Fu poi la volta di Andrea Pirlo, grandissimo ex campione, ma senza alcuna esperienza come tecnico. Nella stagione più tormentata della presidenza di Andrea Agnelli, è comunque riuscito a vincere due trofei, la Coppa Italia e la Supercoppa italiana. Ma troppa sofferenza e, soprattutto, troppa inesperienza. La Juventus si guida anche e soprattutto con il mestiere, che nasce solo dallo stare seduto in panchina ed osservare da lì centinaia e centinaia di partite.
John Elkann passa all’attacco
Questa volta a decidere non è stata la coppia Paratici – Nedved come nella scelta di Maurizio Sarri e nemmeno Andrea Agnelli, come nel caso di Andrea Pirlo. Questa volta ha deciso il Capo vero, John Elkann. Lui in primis ha voluto il ritorno di Massimiliano Allegri sulla panchina della Juventus, lui ha voluto che il suo ruolo non fosse più soltanto quello di allenatore, ma che assumesse uno spessore pari a quello di un direttore dell’intera area tecnica, non solo allenatore quindi, ma manager di anglosassone memoria.
Questa è la grande vittoria di Massimiliano Allegri, torna dove era stato mandato via, ma con poteri ed ingaggio superiori. Con il suo arrivo tanti tifosi della Juventus tireranno un sospiro di sollievo, che si unisce a quello che ha accompagnato l’addio dell’odiatissimo, ma bravissimo, Antonio Conte dalla panchina dell’Inter. Con il suo arrivo la dirigenza bianconera ammette di non aver capito nulla negli ultimi due anni.
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Errare humanum est, perseverare autem diabolicum. L’intera dirigenza bianconera per due anni ha continuato a perseverare nell’errore, ma questa volta qualcuno ha detto basta. Ed allora si ritorna da dove si era interrotto tutto, troppo bruscamente. Si dovrà ricominciare sapendo che la rosa dovrà essere profondamente rinnovata. Ci saranno addii dolorosi, ma necessari, occorre coraggio ed idee chiare. Anche per questo è ritornato a Torino Massimiliano Allegri.
Il messaggio della Juventus che riabbraccia Massimiliano Allegri
Ecco parte del messaggio di benvenuto della società a Massimiliano Allegri: “Ci eravamo salutati, due anni fa, con un messaggio, “History Alone”, consegnato dal nostro Presidente al Mister: un abbraccio e una maglia su cui c’era, in due parole, tutta l’esperienza di Allegri alla Juve.
Il bello della storia però è che non si ferma mai. E nel calcio, questo significa un concetto che abbiamo radicato nel nostro DNA: la vittoria più bella è la prossima. Sempre.
E allora siamo pronti a ripartire con Allegri, a costruire insieme il nostro futuro; con la sua enorme professionalità, la sua forza morale, con le trovate geniali di un tecnico capace di sparigliare le carte, in campo e fuori. Con il suo sorriso, una sorta di “firma”. Con il suo modo di intendere il calcio e la vita: semplicità, voglia di sdrammatizzare, impegnarsi a godersi ogni attimo bellissimo che vivere alla Juventus sa regalare e regalerà”.