Caso Regeni, il Gup di Roma manda a processo quattro 007 del paese delle piramidi. Inizio fissato al 14 ottobre
Il Gup di Roma Pierluigi Balestrieri ha rinviato a giudizio quattro agenti dei servizi segreti egiziani sul caso del ricercatore italiano Giulio Regeni. il generale Sabir Tariq, i colonnelli Usham Helmi e Athar Kamel Mohamed Ibrahim e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif sono accusati a vario titolo di sequestro di persona pluriaggravato, concorso in omicidio aggravato e concorso in lesioni personali aggravate. Il corpo del giovane ricercatore friulano fu trovato martoriato di torture nel gennaio 2016 a Il Cairo.
Il processo avrà inizio il prossimo 14 ottobre davanti alla Corte d’Assise di Roma. Al rinvio a giudizio si è arrivati anche grazie alle nuove testimonianze raccolte il mese scorso. Secondo queste Giulio Regeni fu ucciso nella sede della della National security egiziana e subito dopo la morte gli agenti coinvolti avrebbero organizzato un depistaggio.
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Giulio Regeni, in aula assenti gli imputati
In aula erano presenti i genitori di Giulio, Claudio e Paola, ma non i quattro imputati. Il Gup ha respinto l’eccezione sollevata dai difensori dei quattro imputati in merito alla loro assenza con la quale avevano chiesto il rinvio dell’udienza.
Il Giudice ha scritto di “volontaria sottrazione dal processo” perché “la copertura mediatica capillare” ha reso noto l’esistenza del procedimento giudiziario in corso.
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Sono anche stati ascoltati dalla magistratura egiziana, ha scritto il Pm Sergio Colaiocco in una memoria depositata, ed erano quindi ben informati dell’attività della magistratura.
Secondo l’accusa i quattro imputati più altre persone da indentificare avrebbero osservato e seguito Giulio Regeni dall’autunno del 2015 alla sera del 25 gennaio 2016 quando fu prelevato contro la sua volontà dalla metropolitana de Il Cairo. Il ricercatore aveva posto attenzione sulle condizioni di lavoro di Egitto e le attività sindacali.