Claudio Domino, il giallo del bambino ucciso a Palermo: nuove gravi accuse

Claudio Domino, da 35 anni i genitori del piccolo ucciso a Palermo cercano la verità. Oggi incontro con i magistrati

Claudio Domino (foto Facebook)

Trentacinque anni di misteri e ancora nessun colpevole. È una tante storie italiane macchiate di sangue quella del piccolo Claudio Domino, il ragazzino di 11 anni che il 7 ottobre 1986 morì per un colpo di pistola. Negli ultimi tempi pare che qualcosa si stia muovendo grazie soprattutto ai genitori che continuano a chiedere giustizia e verità.

Graziella Accetta e Ninni Domino sono la mamma e il papà del piccolo Claudio che la settimana scorsa aveva protestato davanti ai cancelli del Tribunale di Palermo. Sono stati convocati e per oggi è previsto l’incontro con il Procuratore Capo Francesco Lo Voi. Avevano chiesto di essere ascoltati perché avevano ricevuto informazioni inedite, quasi per caso.

Guardando Atlantide su La7, il programma di Andrea Purgatori che negli ultimi tempi si è occupato spesso di mafia e delle stragi degli anni ’90, i genitori avevano ascoltato che Luigi Ilardo, ex boss di Caltanissetta ammazzato nel 1996 che stava collaborando con la giustizia e che avrebbe potuto portare già in quegli anni alla cattura di Bernardo Provenzano, sosteneva che tra i vari omicidi compiuti da Giovanni Aliello, alis faccia da mostro, ci fosse anche quello del bambino. È così che i genitori hanno appreso questa informazioni. Non sono mai stati informati ufficialmente dalla magistratura e così hanno chiesto l’incontro con il magistrato.

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Claudio Domino, un delitto di mafia

La lapide che ricorda Claudio Domino a Palermo in occasione del trentennale dell’omicidio (Twitter)

Aiello era un poliziotto coinvolto in numerose inchieste della mafia, dal fallito attentato all’Addaura a Falcone alla strage di via D’Amelio. Era soprannominato faccia da mostro perché aveva il volto sfigurato da una fucilata. Nel 2017 è morto per un infarto.

Ma cosa c’entra il bambino con la mafia? Secondo alcuni pentiti avrebbe assistito a un omicidio o a uno scambio di stupefacenti tra spacciatori. Insomma, avrebbe potuto essere un testimone scomodo.

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Infatti il proiettile che lo colpì non fu accidentale ma una vera e propria esecuzione. La sera del 7 ottobre 1986 il bambino era in strada e fu chiamato da un uomo in sella a una moto. Quando Claudio si avvicinò gli spararono in testa a distanza ravvicinata.

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