Giorgia Meloni nel suo libro racconta che la mamma fu quasi convinta ad abortire ma c’è un punto che non torna
È nelle librerie Io sono Giorgia, il libro della leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni e non mancano le polemiche in particolare quella nata dopo l’articolo della giornalista Selvaggia Lucarelli.
La Meloni aveva anticipato di aver avuto un’infanzia non facile. Sabato scorso, intervistata da Silvia Toffanin a Verissimo, la deputata aveva raccontato del legame con la mamma e la sorella maggiore, meno con il padre che viveva alle Canarie. Con lui, al contrario, il rapporto non è mai stato molto amoroso.
Sono note le sue posizioni contrarie all’aborto e nel libro ha raccontato proprio che c’era stata la possibilità che la mamma abortisse. La Lucarelli su tpi.it fa notare che c’è un grave errore riportato nel racconto del mancato aborto o addirittura una menzogna. Con tanto di foto della pagina ‘incriminata’ del libro, la Lucarelli fa notare che Giorgia Meloni, nata nel gennaio 1975, in Italia non era legale abortire quando era ancora in stato di gravidanza.
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Giorgia Meloni, i tre punti di Selvaggia Lucarelli
La Meloni ringrazia la mamma, donna alla quale deve tutto, specificando che in realtà “non sarei nemmeno dovuta nascere“. Racconta di quel giorno di primavera in cui la mamma, quasi convinta ad abortire per via della situazione che viveva (un compagno con il quale non andava d’accordo e una figlia ancora piccola) si incamminò verso la clinica dove avrebbe dovuto interrompere la gravidanza.
La legge sull’aborto, però, in quella primavera (del 1976, anno non specificato ma certamente quello perché è nata nel 1977) risale al maggio 1978, la famosa legge 194. Allora i casi sono tre, scrive Selvaggia Lucarelli: la Meloni ha mentito scrivendo un romanzo e non un’autobiografia, bensì una “non-fiction” come Gomorra, e così lei sarebbe “pericolosamente simile a Roberto Saviano”.
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Secondo caso, la mamma della Meloni non avrebbe detto la verità perché forse non si trovava davanti a una clinica ma a una casa dove si praticava illegalmente l’aborto, un reato per chi lo faceva e lo subiva, soprattutto un rischio per la salute. Terzo caso – sostenuto forse un po’ ironicamente – la Meloni non sarebbe nata nel 1977 ma successivamente, quando la 194 del 1978 era in vigore.