L’Ue ha deciso di non rinnovare il contratto con AstraZeneca in scadenza a giugno: le forniture del vaccino programmate per il 2021 saranno comunque consegnate e somministrate.
Tra Unione Europea e AstraZeneca alla fine è arrivato il divorzio. Come annunciato dal commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton, non verranno ordinati altri vaccini dall’azienda farmaceutica anglo-svedese. Per questo motivo il contratto in scadenza a giugno non è stato rinnovato. Breton non ha comunque escluso che le discussioni si possano riaprire in una fase successiva. Alla base dell’interruzione del rapporto vi sono i ritardi di consegne che hanno contribuito a rallentare in maniera significativa la campagna vaccinale.
Solo poche settimane fa Bruxelles aveva avviato un’azione legale contro AstraZeneca proprio per non aver rispettato i termini contrattuali stabiliti sulle forniture dei vaccini. L’azienda farmaceutica si era impegnata a consegnare complessivamente 300 milioni di dosi di vaccino tra dicembre 2020 e giugno 2021. Dopo il primo trimestre dell’anno tuttavia le consegne sono state solamente solamente 30 delle 120 milioni previste, ed entro la fine di giugno sarebbero in arrivo meno di 100 delle 180 milioni di dosi restanti.
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L’Ue non rinnova il contratto con AstraZeneca: cosa succede con le dosi rimanenti
Se da una parte l’Unione Europea non ha rinnovato il contratto con AstraZeneca, dall’altra ha siglato un accordo con Pfizer-BioNTech per 1,8 miliardi di dosi da ricevere tra il 2021 e il 2023. Ma cosa accade ora alle dosi del vaccino anglo-svedese non ancora fornite o somministrate? Secondo quanto spiegato dal funzionario Ue Thierry Breton le consegne previste per il 2021 non verranno interrotte, come neanche le somministrazioni. Nel caso però che nei prossimi mesi non dovesse essere firmato un altro contratto, AstraZeneca dal 2022 smetterà di essere una fornitrice dell’Europa.
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Grazie al recente accordo con Pfizer-BioNTech l’Ue dovrebbe diventare presto completamente autosufficiente nella produzione dei vaccini, acquistando un’importante indipendenza nel mercato delle forniture. Secondo Breton l’offerta di dosi arriverà a superare la domanda, e quelle non utilizzate potranno consentire di ottenere benefici e vantaggi nelle relazioni internazionali, dando la possibilità di sfidare anche gli Stati Uniti, leader nella produzione dei vaccini.