Pesante il bilancio dell’esplosione che ha investito uno stabile a Gubbio: due morti e tre feriti uno dei quali versa in gravi condizioni
Si aggrava il bilancio dell’esplosione che ha investito il laboratorio di un’azienda specializzata nel trattamento della cannabis terapeutica: 2 morti e 3 feriti, uno dei quali versa in gravi condizioni; soccorso sul posto dal personale del 118, è stato poi trasferito in elicottero al Centro “Grandi ustionati” di Cesena. Un altro operaio, per fortuna, è riuscito fuggire e a dare l’allarme. Secondo quanto riferito dai vigili del fuoco, si tratterebbe di più esplosioni a seguito delle quali è crollato il solaio dell’abitazione sovrastante. L’indagine è stata affidata al sostituto procuratore di Perugia Gemma Miliani che ha già disposto il sequestro dello stabile, quasi interamente distrutto, e che con molta probabilità procederà per l’ipotesi di reato di omicidio colposo.
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Le verifiche degli inquirenti si stanno concentrando anche sulla regolarità amministrativa dell’attività: dai primi accertamenti è emerso che lo stabile era stato regolarmente affittato e che dispone di tutte le autorizzazioni necessarie. Nel laboratorio si provvedeva ad abbassare la concentrazione del principio attivo della cannabis per renderla di uso terapeutico e sotto questo aspetto è risultato in regola con la normativa sugli stupefacenti. In un primo momento i vigili del fuoco avevano ipotizzato che lo scoppio fosse stato provocato da una una fuga di gpl che però è risultato non essere utilizzato nell’attività. L’attenzione si è quindi concentrata su solventi e altre sostanze altamente infiammabili impiegate nei processi di lavorazione.
Esplosione Gubbio, due morti e tre feriti. Chi erano le vittime
Le due vittime sono Samuel Cuffaro, 20 anni, ed Elisabetta D’Innocenti, 52 anni. Samuel, nonostante fosse originario del sud, era perfettamente integrato nel tessuto sociale eugubino. Gli amici lo descrivono come un ragazzo simpatico e disponibile, pieno d’entusiasmo e dalla risata contagiosa.
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Elisabetta D’Innocenti, 52 anni, madre di due figli, originaria di Sigillo ma residente nella frazione eugubina di Padule, aveva lavorato come cameriera, poi, a seguito della crisi legata al Covid, aveva trovato un impiego presso l’azienda in questione.