Silvia Romano, la volontaria rapita nel 2018 e tornata in Italia a maggio 2020, si è sposata ad ottobre con rito islamico
Silvia Romano, la 26enne rapita nel 2018 in Kenya, nell’ottobre scorso si è sposata con un vecchio amico d’infanzia. Dopo il ritorno in Italia, nel maggio 2020, Silvia aveva reso noto la conversione all’Islam e il suo nuovo nome ”Aisha” come la moglie di Maometto.
Era stata proprio la ragazza a parlare in questo modo ai militari del Ros nelle ore successive al suo rientro in Italia: “E’ successo a metà prigionia, quando ho chiesto di poter leggere il Corano e sono stata accontentata. Loro mi hanno spiegato le loro ragioni e la loro cultura. Il mio processo di riconversione è stato lento in questi mesi. I primi tempi non ho fatto altro che piangere, poi però mi sono fatta coraggio e ho trovato un equilibrio interiore. Piano piano è cresciuta dentro di me una maturazione che mi ha convinto a convertirmi all’Islam“.
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Silvia Romano, il matrimonio con un amico di infanzia
Come riporta ”La Stampa”, lo scorso mese di ottobre, Silvia Romano, si è sposata con un amico di infanzia di nome Paolo. Il ragazzo si era convertito all’Islam nel 2019 e aveva contattato Silvia dopo il suo rientro in Italia. I due si sono incontrati in una delle moschee dove Silvia andava a pregare dopo il suo rientro in Italia, l’amicizia si è mutata in amore e dopo pochi mesi hanno deciso di sposarsi.
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Paolo, il marito di Silvia, è sardo e si conoscono da quando avevano sei anni. I due, attualmente, vivono fuori Milano. Silvia lavora come insegnante di mediazione linguistica.