Tony Di Piazza, chi è l’imprenditore: l’offerta per il caso Denise Pipitone

Cosa sapere su Tony Di Piazza, chi è l’imprenditore italo-americano: l’offerta per il caso Denise Pipitone, ecco il motivo.

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In queste ore, un imprenditore italoamericano, Tony Di Piazza, sta facendo parlare di sé per il caso di Denise Pipitone, la bambina scomparsa a Mazara del Vallo, nel 2004, e mai più ritrovata. L’uomo infatti ha offerto 50mila dollari a chi fornirà informazioni utili sull’accaduto. Si tratta di una presa di posizione dell’uomo che arriva mentre la Procura di Marsala ha riaperto caso.

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Si intende infatti far luce su eventuali depistaggi o errori nell’inchiesta, mentre da settimane ormai si parla del caso della bambina scomparsa ormai 17 anni fa e che oggi sarebbe una ragazza di 21 anni. Il caso è riesploso dopo una trasmissione in Russia su Olesya Rostova, una ragazza che ha sostenuto in un programma di essere stata rapita da bambina.

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Il gesto di Tony Di Piazza: l’imprenditore e il caso Denise Pipitone

denise pipitone rapita da nomadi? il video sconvolgente

Quella ragazza sarebbe della stessa età di Denise Pipitone, ma è risultato che nulla abbia a che fare con la piccola di Mazara del Vallo. Sulla vicenda è emersa anche la testimonianza della pm Maria Angioni, ora giudice a Sassari, la quale sostiene che sembrava che le persone intercettate all’epoca fossero informate sui sospetti contro di loro. La mamma della bambina, Piera Maggio, continua a lanciare appelli: “Quello che chiedo in tutta questa vicenda è verità e giustizia per Denise”. Quindi definisce Tony Di Piazza, non nuovo a iniziative simili, “una persona sensibile”.

L’imprenditore italo-americano, nel frattempo, intervenendo a Pomeriggio 5, ha spiegato da cosa è nata l’idea di una ricompensa per il caso Denise Pipitone: “Un tifoso del Palermo, mi ha contattato l’altro giorno, per chiedermi se avessi potuto mettere nella mia bacheca Facebook un annuncio in merito alla scomparsa della piccola Denise Pipitone. Naturalmente è un caso che io seguo dalle origini”, ha spiegato. Poi ha aggiunto: “L’idea, naturalmente, è quella di avere da persone informazioni utili, per mettere la parola fine a questa storia. La ricompensa sarebbe di 50mila dollari – equivalenti a circa 40 mila euro – magari questo potrebbe aiutare a chi sa, ed il compenso economico potrebbe sbloccare la coscienza delle persone”. La speranza è che l’offerta economica sia uno sprone a rompere il muro di omertà.

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