“Io per natura sono un entusiasta, ma non lo sono certamente per queste riaperture, perché si tratta di scelte pericolose. Spero e credo che non ci sarà un’altra ondata devastante o una ripresa mostruosa del virus, perché i vaccini li stiamo utilizzando e stanno funzionando. In più, stiamo andando incontro all’estate. Ma con altrettanta sicurezza devo dire che stiamo ridando fiato al virus. Quindi, è certo che il virus riparta e che avremo dei morti dovuti a queste riaperture. Questa non è una partita vinta e quindi tutti dobbiamo assumere gli atteggiamenti più corretti possibili“. Sono le parole di Massimo Andreoni, direttore della Clinica di Malattie Infettive Università Tor Vergata di Roma.L’infettivologo spiega la sua contrarietà alle decisioni del governo Draghi: “Ogni volta che noi apriamo un po’ troppo le porte, a distanza di 3-4 settimane, vediamo che la malattia riparte. Basti vedere quello che è successo in Sardegna, che nel giro di due settimane da zona bianca è diventata rossa e continua a essere rossa, perché per spegnere l’incendio ci vuole diverso tempo. Ma la seconda enorme preoccupazione è che se noi permettiamo al virus di circolare mentre stiamo vaccinando, si potrebbe creare una variante resistente al vaccino e così annulleremmo con un colpo di spugna ciò che abbiamo fatto fino a oggi. Ricordo che il virus ha la capacità naturale di mutarsi – continua – questo è un fenomeno ineluttabile e strettamente legato a quanto il virus si trasmette. Cioè più si trasmette, più avremo varianti. In Italia in questo momento la situazione è molto pericolosa, perché stiamo vaccinando, ma non in maniera sufficientemente rapida e massiccia. Questo è un virus che non ci abbandonerà e dovremo conviverci, come conviviamo con tanti altri virus, e quindi ogni anno dovremmo vaccinarci. Per questa ragione, dobbiamo creare industrie in grado di produrre vaccini“.