Il prefetto di Milano Renato Saccone si difende dalle accuse che gli sono state rivolte in occasione dell’invasione dei tifosi dell’Inter in Piazza Duomo che festeggiavano la vittoria dello scudetto.
“Quando il popolo dei tifosi, in modo assolutamente spontaneo e non organizzato, scende in strada per festeggiare lo scudetto atteso da anni, bisogna coniugare le ragioni della prevenzione del contagio con la gestione dell’ordine pubblico e con la tutela dell’incolumità delle persone Abbiamo valutato che chiudere piazza Duomo, spazio urbano ampio e con numerose vie di esodo, sarebbe stato inevitabilmente occasione di ancora più densi e rischiosi assembramenti, sotto ogni profilo “.
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Immagini che “assolutamente non possiamo permetterci”, avverte Franco Locatelli , presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Cts. “La gioia si può comprendere, sottolinea il Prof. Locatelli a Sky Tg24, ma deve prevalere il senso di responsabilità e i121mila morti devono averci insegnato qualcosa. Onorare la loro morte vuol dire evitare assembramenti”.
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“La gioia dei tifosi interisti è più che comprensibile, lo dico da tifoso (seppur di un’altra squadra). Mi chiedo però perché a Milano, in Darsena o in Brera, sia necessario transennare le vie per evitare assembramenti e veicolare i flussi di persone e in piazza del Duomo possono riversarsi in migliaia in modo incontrollato “, ha scritto polemicamente su Facebook Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio Milano.
Una grande festa, per una grande gioia attesa da undici anni. Ma vi è anche una pandemia ancora in atto, che sembra un pò assopita, ma che, con i nostri comportamenti, non dobbiamo far risvegliare. Decine di migliaia di persone assiepate a Piazza Duomo, moltissime delle quali senza mascherina, con il distanziamento praticamente annullato, non possono non farci ricordare cosa accadde a Bergamo in occasione della partita di Champions League tra Atalanta e Valencia. Quella fu la bomba che fece scoppiare il Coronavirus.
Il virologo Fabrizio Pregliasco , avverte che ora il rischio di un aumento dei contagi è concreto . “Speriamo che i guai siano pochi perché comunque all’aperto sappiamo che il rischio è ridotto però cantare per lungo tempo diventa un elemento di rischio”. Perché, poi, non si potrà incolpare il ministro della Salute, Roberto Speranza, se i contagi riprenderanno a salire.
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