Osteosarcoma, è la malattia che ha ucciso Filippo Mondelli, risulta come il tumore più comune tra quelli primitivi delle ossa, infatti ha origine dagli osteoblasti.
Alcune cellule delle quali è composto un osso sono bloccate nel processo di differenziazione verso la cellula più matura in una forma più immatura e cancerosa.
Ad un primo sguardo le ossa potrebbero sembrare dei tessuti morti per via della loro durezza, e anche il fatto che non cambiano forma una volta raggiunta l’età adulta è sintomo del tumore.
Infatti tra le cellule che vivono nelle ossa ci sono gli osteoblasti, i quali riescono a fabbricare le matrici ossee per far si che ci sia resistenza nell’osso. Questi cercano di mantenere la propria forma intatta depositando o rimuovendo i minerali nell’osso.
La funzione principale delle ossa è quella di sostenere i muscoli, e funzionano proprio come le fondamenta degli edifici, riescono a proteggere degli organi vitali come il cervello, il quale è racchiuso nella scatola cranica.
Le ossa hanno il compito di proteggere il cuore e i polmoni, i quali sono appositamente situati nella gabbia toracica proprio sotto lo sterno. Il midollo osseo contenuto nella parte interna delle ossa riesce a produrre le cellule tipiche del sangue come ad esempio i globuli bianchi, i globuli rossi e le piastrine.
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Attualmente in Italia ci sono circa 700 nuovi casi di tumori maligni dell’osso, il 25% è rappresentato dagli osteosarcomi, infatti questa tipologia di tumore primitivo dell’osso può colpire a qualunque età.
La più frequente è quella compresa tra l’adolescenza e i giovani adulti, purtroppo non si sa ancora quali siano le reali cause che portino alla formazione di questo tumore maligno.
Le caratteristiche della malattia hanno permesso alla scienza di individuare i fattori di rischio per poi formulare delle ipotesi su alcune particelle molecolari.
Il tumore si manifesta nei bambini e negli adolescenti, questo avviene nel periodo di massima crescita dell’osso, e tutti gli adolescenti colpiti da questa malattia sono più alti dei ragazzi coetanei. Questo è dovuto proprio alla rapida crescita dell’osso, il quale indica un fattore di rischio non indifferente.
Tra i fattori di rischio ci sono anche l’esposizione alle radiazioni, le quali si verificano a causa di trattamenti per radioterapia, ai quali ci si può sottoporre per curare altri tumori.
Ci sono anche dei fattori di rischio genetici, come le mutazioni dei geni p53 e RB1, i quali sono i responsabili della comparsa di altre tipologie di tumori presenti in alcune sindromi ereditarie.
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Ci sono diverse tipologie del tumore maligno, in base all’aspetto che il tumore assume al microscopio e soprattutto ai raggi X, le varianti sono di basso, intermedio ed alto grado.
In base alla statistica, la forma più comune è quella ad alto grado, la quale viene rappresentata da circa 8 tumori maligni su 10, questa forma ha le cellule con un aspetto diverso e si moltiplicano più velocemente del solito.
Mentre nel tumore di basso grado le cellule hanno un aspetto simile a quello delle cellule normali, il tumore si differenzia dalle altre cellule, proprio perché la sua riproduttività sarà più lenta e meno numerosa.
Sia nei bambini che nei giovani adulti, le ossa che sono colpite da questo tumore hanno una crescita rapida, lo stesso accade per le ossa più lunghe, come il femore o le ossa del braccio, vengono colpite anche il ginocchio, il bacino, la spalla e la mandibola.
Uno dei sintomi più comuni della malattia è il dolore all’osso provocato dal tumore maligno, insieme alla presenza di tumefazione e gonfiore. Questo varia in base allo stadio e alla dimensione della malattia, nei primi stadi sarà intermittente, ma con il tempo tende a peggiorare.
In alcuni casi ci sono proprio delle fratture provocate dalla debolezza delle ossa, le quali sono definite patologiche proprio perché non vengono provocati da urti ma bensì dal tumore.
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Nel momento ci è certi di avere i sintomi tipici del tumore maligno, come ad esempio dolore localizzato alle ossa e sensazione di gonfiore, è opportuno rivolgersi ad un medico, il quale dopo un’attenta visita riuscirà a capire meglio il quadro generale della vostra situazione.
Come in tutti i tumori, la probabilità di guarigione e la scelta del trattamento sono riferite a diversi fattori, fra questi ci sono lo stadio e l’aggressività della malattia.
Infatti ci sarà la possibilità di asportare l’osteosarcoma con l’intervento chirurgico, i risultati delle analisi effettuate sul paziente riusciranno a dare altri indizi su quali trattamenti utilizzare.
Sino agli anni ’60 tutte le persone affette da questa malattia, subivano degli interventi chirurgici mirati ad amputare l’arto malato. Oggi la situazione è cambiata, infatti la chirurgia ha avuto un approccio più conservativo e mirato.
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Con il progresso dei nuovi farmaci, e i nuovi strumenti, sarà possibile rimuovere la parte malata dell’osso, la quale verrà sostituita da un innesto che sarà costituito da un osso prelevato da un’altra parte del corpo del paziente.
Al giorno d’oggi sono disponibili delle protesi capaci di adeguarsi alla crescita dei ragazzi, cercando di limitare gli interventi per la sostituzione durante la loro crescita.
Il progresso della scienza ha permesso di rimuovere con estrema efficacia i tumori posizionati a livello della mandibola, delle vertebre e delle ossa del bacino, questo permetterà di migliorare la qualità di vita del paziente.
Mentre la chemioterapia consiste nel diffondere un farmaco nella circolazione sanguigna per far sì che riesca a raggiungere tutto l’organismo. Nella maggior parte dei casi questa malattia è trattata con uno o più cicli di chemioterapia prima di arrivare all’intervento chirurgico.
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In questo modo si riesce a contenere le dimensioni dell’osteosarcoma, per poi favorire l’intervento chirurgico conservativo, dopo l’operazione chirurgica seguiranno diversi cicli di chemioterapia, mirati ad eliminare le cellule malate che sono sfuggite durante l’operazione.
Attraverso la radioterapia è possibile curare il tumore maligno, questa potrà essere utilizzata per ridurre le dimensioni del cancro ancor prima della sua asportazione chirurgica.
Attualmente si stanno studiando delle nuove terapie per combattere la malattia, come ad esempio le terapia immunomodulanti, le quali spingono il sistema immunitario del paziente ad attaccare in maniera autonoma il tumore per poi sconfiggerlo.
Attraverso un farmaco ci sono stati degli ottimi risultati, i quali vedono una stimolazione della risposta immunitaria nell’organismo. L’unica terapia certa e funzionante sembra essere ancora quella legata all’uso di farmaci in chemioterapia.
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