Il segretario del Pd Enrico Letta non esclude l’alleanza con il Movimento 5 Stelle per il secondo turno delle Comunali: “La collaborazione all’interno del Governo Draghi va bene”.
Intervistato dal direttore de La Stampa, Massimo Giannini, il segretario del Partito Democratico chiarisce la posizione del suo partito in vista delle prossime elezioni Comunali, previste per il prossimo autunno. Una collaborazione con il Movimento 5 Stelle sembrerebbe possibile, anche in luce del fatto che i due partiti continuano a collaborare serenamente nel Governo Draghi dopo la prima esperienza condivisa, ovvero il Conte-Bis.
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Circa un mese fa, Enrico Letta ha raccolto la segreteria di un partito, quello Dem, in profonda crisi e completamente spaccato al suo interno. Compito non facile, certo, ma che l’ex Premier ha deciso di accettare senza indulgi. Tra le prime sfide che gli si sono presentate davanti, ci sono le prossime elezioni. Parliamo di elezioni a tutto tondo, ovvero sia quelle Politiche del 2023, sia quelle Amministrative che nel prossimo autunno vedranno al voto 1.319 su 7.904 comuni italiani.
Mentre le prime restano l’obiettivo principale, le seconde possono aiutare a capire già se la direzione intrapresa dal Pd è quella giusta o meno. Onde evitare di consegnare in mano al centrodestra le città chiamate al voto, tra cui ci sono anche 6 capoluoghi di regione come Roma, Milano e Bologna, appare chiaro che l’alleanza con il Movimento 5 Stelle deve essere tenuta sempre più in considerazione. “La differenza rispetto a Politiche e Regionali è che alle Comunali c’è il doppio turno” dice Letta intervistato da Giannini durante la trasmissione 30 minuti al Massimo. Se “al primo si possono fare scelte più identitarie, io vorrei che andassimo in tutti i comuni apparentati al secondo turno”.
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Secondo Letta, la ricetta è fattibile: i due partiti, infatti, oltre ad aver già collaborato nel Conte-Bis, mostrano affinità anche nell’attuale Governo Draghi e una coalizione nel secondo turno delle Amministrative sarebbe la conferma che “il percorso sta avendo buoni risultati”. La proposta del segretario del Pd sembra essere condivisa anche da Giuseppe Conte che, “un progetto condiviso è possibile”. La strategia del segretario del Pd sembra essere, però, limitata solo ad alcune delle città interessate. A Milano e Roma, ad esempio, le due forze politiche andranno rigorosamente divise mentre per città come Bologna, la situazione si complica maggiormente visto che i dem non hanno ancora un nome.
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