Tre anni fa veniva ucciso Giuseppe Parretta, il 18enne freddato a colpi d’arma da fuoco nella sede dell’associazione Libere Donne, presieduta dalla madre, Catia Villirillo, nel centro storico di Crotone.
A sparare al giovane Giuseppe Perretta è stato Salvatore Gerace. Nel giorno del terzo anniversario della morte, la mamma ha annunciato che, proprio nei locali dell’associazione, sarà realizzata una Casa della Memoria delle vittime di reato.
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“Ho dato tanto a Crotone con la mia associazione, ma mi hanno lasciata sola a combattere il malaffare e le ingiustizie. Mio figlio è morto soltanto perché uno spacciatore si era messo in testa che la mia famiglia spiasse i suoi loschi affari”. Katia Villirillo è la fondatrice dell’associazione “Libere donne”, che si occupa di fare accoglienza nel proprio diurno e pronto intervento per i casi di violenza sulle donne e bambini (clicca qui per saperne di più), e la mamma di Giuseppe Parretta, il 18enne ucciso a Crotone a colpi di arma da fuoco da Salvatore Gerace, 57 anni.
“È entrato nella stanza mentre io e i miei tre figli e la fidanzata di Giuseppe stavamo prendendo un caffè. Ha iniziato a sparare senza dire nulla. Mi sono precipitata fuori gridando, per chiedere aiuto. Un proiettile ha colpito Giuseppe alla spalla. Sono rientrata per soccorrerlo e mentre lo stavo alzando da terra lui gli ha sparato il colpo di grazia al cuore“.
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Gerace – che due mesi fa ha finito di scontare due anni di carcere – abita di fronte all’associazione “Libere donne”. Era convinto che la famiglia di Villirillo lo spiasse, per riferire alla polizia dei suoi affari illeciti. Quando ha visto Giuseppe arrivare in moto ha pensato a un regalo delle forze di polizia per le sue soffiate. Gerace aveva già minacciato la famiglia di Villirillo:
“Avevo chiesto al Comune l’installazione delle telecamere di sorveglianza e non mi hanno dato ascolto; avevo sollecitato il ripristino del numero verde per l’associazione e hanno fatto finta di non sentire; avevo implorato una protezione e hanno ignorato le mie preoccupazioni”.
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La corte d’Assise di Catanzaro il 5 dicembre 2019 ha condannato all’ergastolo Salvatore Gerace. La mamma riferì ai media: “Giustizia è fatta. Domani Giuseppe avrebbe compiuto 20 anni e questo è il mio regalo per lui”.
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