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TV & Spettacolo

Lone Survivor, la storia vera: cosa c’è da sapere sulla vicenda

Published by
Antonio Rotunno

Lone Survivor, è ispirato alla vera storia dell’operazione Red Wings in Afghanistan, narra come Marcus Luttrell è riuscito a sopravvivere all’attacco dei talebani.

Lone Survivor, la vera storia del sottufficiale Luttrell e della sua miracolosa sopravvivenza (Screenshot)

La pellicola è uscita nel 2013, è diretto da Peter Berg ed ha come protagonista Mark Wahlberg, nel cast ci sono anche Taylor Kitsch, Emilie Hirsch, Ben Foster ed Eric Bana.

Lone Survivor è ispirato al romanzo best seller, ovvero l’autobiografia del Navy Seal Marcul Luttrell, la sceneggiatura è stata diretta da Peter Berg, dopo esser rimasto per un mese in Afghanistan al fianco di un gruppo di Navy Seals.

Tutta la pellicola è tratta da una storia vera, siamo nel 2005 un gruppo di Navy Seals è in missione segreta in Afghanistan per riuscire a neutralizzare la cellula terroristica di Al-Qaeda.

Ahmad Shah è il capo e responsabile della morte di diversi marines, rimarrà vittima di una trappola, per poi cadere in un’imboscata che bloccherà i Navy Seals tra le montagne in Afghanistan.

Nell’anno precedente, il 2004 gli Stati Uniti erano riusciti a stabilirsi in pianta stabile, dividendosi il territorio con le forze afghane, ma dopo questa fase tranquilla, ci sono stati gli scontri con i talebani.

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Lone Survivor, la ricostruzione della vicenda in chiave cinematografica

La struttura terroristica aveva cominciato a riorganizzarsi, per poi avviare un’offensiva verso le truppe degli USA con attacchi mirati a piccoli gruppi di 15 militari, in questo modo non venivano sconfitti durante le controffensive dei militari statunitensi.

In questo ambiente viene istituita l’operazione Red Wings, la quale è mirata nella provincia del Konar, dove i talebani erano riusciti ad organizzarsi creando un gruppo spiegato guidato da Ahmad Shah.

I Navy Seals cominceranno a setacciare il territorio per raccogliere quante più informazioni possibili, nella prima fase c’è l’infiltrazione per poi individuare il nucleo operativo dei talebani.

Subito dopo verrà attivata una comunicazione radio per richiedere supporto aereo,  dopo ci sarà la costruzione di un cordone di sicurezza con truppe di terra per riuscire a fare il passo conclusivo che riesca a concludere la situazione in una bonifica della zona.

Il 18 Giugno del 2015, il gruppo Team 10 dei Navy Seal, composto da Michael Murphy e dai sottufficiali Danny Dietz, Matthew G. Axelson e Marcus Luttrell, riuscirono a mettere piede nel Konar con l’obiettivo di trovare Ahmad Shah.

Riuscirono ad addentrarsi nella foresta, purtroppo verranno avvistati da alcuni pastori mentre muovono una mandria di pecore. I quattro si troveranno dinanzi ad un dilemma difficile, si chiedono se uccidere o meno dei combattenti disarmati.

In questo modo avrebbero violato le regole d’ingaggio e la Convenzione di Ginevra, se li avessero liberati avrebbero avuto il rischio di esser scoperti dai talebani.

Metteranno ai voi la decisione, per poi decidere di liberare i pastori presi in ostaggio, i quali avrebbero potuto rivelare la loro posizione ai soldati talebani.

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Il gruppo di Navy Seals si rassegnò che l’operazione fosse compromessa

Cercarono di ritirarsi in una posizione di difesa, ma in poco tempo vennero ingaggiati dalle forze talebane, con mortai , granate e AK-47. Cercarono di sfuggire tra le montagne, cadranno in diversi strapiombi dove Luttrell si romperà quattro vertebre.

Dietz sarà il primo militare a morire sotto l’attacco dei talebani, restò indietro rispetto ai suoi compagni, per poi venir colpito più volte durante lo scontro a fuoco.

Il suo compagno Luttrell cercherà di caricarlo sulla schiena per riuscire a condurlo in salvo, ma purtroppo verrà colpito a morte dai talebani e morirà tra le braccia del suo compagno.

Anche Murphy morirà cercando di stabilire un segnale radio al di fuori della vegetazione, in questo modo avrebbe avuto una buona ricezione, purtroppo la posizione esposta gli costarono la vita, verrà colpito con un colpo al cuore.

Luttrell e Axelson, quest’ultimo aveva una profonda ferita alla testa, cercheranno di nascondersi tra gli alberi inoltrandosi nel fitto fogliame della foresta, purtroppo vennero raggiunti da una granata, Axelson ebbe la peggio.

Luttrell riuscirà a salvarsi miracolosamente, nel frattempo arriveranno i due elicotteri allertati dalla chiamata di Murphy, uno dei due verrà colpito dai razzi dei talebani, questo precipiterà con otto militari a bordo.

L’altro elicottero battè in ritirata per l’intenso contrattacco dei talebani, i quali risposero anche con una contraerea.

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Luttrell verrà salvato da un nomade pashtun, per poi essere nascosto ai talebani

Il marines verrà tratto in salvo da un nomade pashtun, di nome Gulab Khan, il quale secondo il codice morale della sua gente gli offrì ristoro nel villaggio di Salar Ban.

I talebani minacciarono Gulab e la sua famiglia se non avessero subito consegnato Luttrell, ma nonostante questo l’uomo non cedette alle minacce.

Insieme agli altri uomini del villaggio, il pashtun riuscì a nascondere Luttrell per quattro giorni trasferendolo di casa in casa e di grotta in grotta. Durante questi giorni, il marines scrisse una lettera, in questo modo il padre di Gulab la fece recapitare alla base statunitense più vicina.

In questo modo i militari americani riuscirono a stabilire una task force che riuscì a prelevare Luttrell, portandolo in salvo insieme alla tribù di Gulab. Tutti i militari deceduti durante l’operazione Red Wings vennero premitati con la Bronze Star Medal, mentre Dietz e Axelson ricevettero la Navy Cross, il massimo grado d’onore americano.

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Il tenente Murphy ricevette la Medal of Honor, una delle più alte decorazioni militari conferite dal Governo degli Stati Uniti. Luttrell ricevette la Navy Cross durante una cerimonia alla Casabianca, in seguito ha dovuto lottare con i profondi sensi di colpa da superstite.

A questo seguirono dei sintomi di stress post traumatico e diverse conseguenze fisiche dopo l’operazione in Afghanistan con i suoi compagni.

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