Giuseppe Dave Seke dopo una parentesi da magazziniere, ora è il protagonista di Zero, la serie Netflix di cui tutti parlano. Lo prendono il giorno del suo 24esimo compleanno. Oggi, come Marracash che ha incontrato, vuole “rimanere sempre coi piedi per terra ma la testa avanti”.
Zero, la serie Netflix disponibile dal 21 aprile, racconta la cultura nera italiana, quella che gli americani chiamano “blackness”. La storia è stata scritta da Antonio Dikele Distefano e arriva in tv grazie al colosso dello streaming e racconta la storia di un ragazzo, Omar alias Zero, che acquista il potere dell’invisibilità.
“Prima facevo il magazziniere“, racconta Giuseppe Dave Seke, “ma ho sempre coltivato la passione per l’arte e in particolare per la musica. Il cinema mi interessava, ma non avevo mai pensato che potesse diventare la mia professione. Mi hanno sempre detto due cose a scuola: o fai l’avvocato o fai l’attore. Avevo la parlantina e per le interrogazioni non studiavo tantissimo, ma sapevo come arrampicarmi sugli specchi giusti. Sono diventato un attore nel momento in cui un mio carissimo amico mi ha girato un post su Instagram, per Zero, e mi ha detto: ‘Secondo me tu potresti farlo’. Il giorno del mio ventiquattresimo compleanno mi hanno risposto dicendomi che dovevo andare a Milano a fare le prove ed eccoci qua”.
Antonio Dikele Distefano ha detto che la tua faccia era giusta per Zero perché è sporca, spigolosa, vissuta. “Io vedo un ragazzo normale che assomiglia molto a sua madre”, dice Giuseppe Dave Seke, “Penso che io ce l’abbia fatta perchè volevo impegnarmi al 110% anche per le persone che vengono da una vita di disagio e a cui capitano tanti casini”.
“Il pezzo che mi carica in una giornata negativa è uno qualsiasi di Tupac”, racconta il ragazzo, “soprattutto quelli più politici. L’unica persona che riesce a capirmi è Tupac, come se fosse il mio primo migliore amico”.
“Stimo tantissimo anche Marracash, con cui ho lavorato per la colonna sonora per Zero“, afferma il ragazzo, “all’inizio ero un po’ agitato, poi mi ha chiesto che cosa facevo prima di Zero e gli ho detto ‘il magazziniere’ e si è aperto un mondo. Anche lui lo faceva, mi ha raccontato un po’ di aneddoti che solo chi vive il magazzino capisce e mi ha fatto sentire molto vicino a lui. È una persona di spessore, si ricorda da dove è venuto e ne parla con il cuore in mano.”
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“Il magazziniere è un lavoro come un altro“, dice Giuseppe Seke, “per me era difficile fare sempre e solo una cosa, fisso, con un’unica soluzione a ogni problema. Mi sentivo stretto, non ero libero di esprimermi, parlavo da solo e mi dicevo che dovevo fare un lavoro creativo. Ho dovuto smettere di lavorare perché il mio capo un giorno mi ha detto di scegliere che cosa volevo fare. Per fortuna avevo degli amici che credevano in me e mi aiutavano anche economicamente. Sono andato lontano dalla mia comfort zone, ho iniziato ad avere una visione del mondo diversa da quella che avevo. Mia madre sorride di più, ora ho scoperto una professione che ha tirato fuori tantissime cose”.
Giuseppe Dave Seke è nato il 12 ottobre 1995 in un piccolo paesino a pochi chilometri da Padova, Pontevigodarzere. Qui ha trascorso la sua infanzia e la sua adolescenza insieme ai genitori di origini congolesi e ai suoi fratellini più piccoli. La sua è una storia difficile, di vita di periferia tra spaccio e rapine. Nel 2015 il giovane è stato infatti condannato a due anni di carcere e arresti domiciliari per una tentata rapina.
Il suo riscatto è iniziato dapprima con la musica. Si è appassionato al rap ed ha iniziato a comporre le sue barre e il suo ritmo con lo pseudonimo di DDrugz. Da questa esperienza ha imparato molto e ha fatto molte conoscenze, creando attorno a sé una cerchia di amici fidati. Proprio uno di questi amici, nonché suo produttore Wairaki De La Cruz, lo ha casualmente indirizzato verso la carriera di attore.
L’amico gli ha infatti inviato un link del post pubblicato da Antonio Dikele Distefano in cui si cercavano attori esperti ed esordienti per i provini di una nuova serie tv. Giuseppe all’inizio non voleva provarci, non era convinto e non credeva in sé stesso. Dopo molte esitazioni ha mandato il suo video ed è stato chiamato per un provino a Milano. Da lì la sua vita è cambiata totalmente.
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