Il ritorno di Michele Santoro in televisione non è un evento normale . Si tratta di rivedere e riascoltare una delle voci più potenti e scomode dell’informazione degli ultimi trent’anni.
L’occasione ce l’ha fornita su un piatto d’argento la trasmissione di Lilli Gruber “Otto e mezzo”, in onda tutte le sere su La7. Michele Santoro è stato l’ospite d’onore nel salotto della Gruber, insieme alla Immunologa Dott.ssa Antonella Viola ed al giornalista Gard Lerner. Lo spunto per l’intervista è stato offerto dall’imminente uscita del nuovo libro di Michele Santoro, intitolato ” Nient’altro che la verità ‘ “.
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Ovviamente, però, la conduttrice non poteva perdere l’occasione di rivolgere alcune scomode domande ad un ospite che non ha mai rifiutato il confronto dialettico. Santoro, sollecitato dalla Gruber, ha espresso la sua critica nei confronti dell’attuale quadro politico italiano legato all’emergenza pandemica, non risparmiando, poi, un’accusa precisa al mondo dell’informazione.
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Sono stati tanti i temi toccati da Michele Santoro, tanti gli obiettivi che ha intenzionalmente voluto colpire e tutti con quella spietata lucidità analitica e critica che lo hanno fatto amare / odiare da milioni di italiani. Parlando dei 248 miliardi in arrivo dall’Europa destinati all’Italia per una vera e duratura rinascita, il giornalista li ha definiti come “un grande ponte verso il futuro”, ma intanto nella nostra capitale, Roma, non si riescono a cremare i morti .
La sua attenzione si è poi spostata sulla Calabria e sull’incapacità dello Stato di attuare un piano davvero efficace di vaccinazione anti Covid – 19. Ha attaccato direttamente il ministro della Salute Roberto Speranza : “Quando il ministro della sanità decide di andare là e di non muoversi finché non funzionano le cose? “, per poi lanciare una frecciata al Generale Figliuolo :” andiamo avanti con i generali che vanno a vaccinare come se andassero sul fronte in Afghanistan. A chi fanno la guerra? alla ‘Ndrangheta?
E non poteva mancare una nota polemica nei confronti dell’informazione. Critiche durissime alla RAI: ”Quando c’ero io, era di gran lunga la più forte sul piano dell’approfondimento. Andavamo in onda io, Gad Lerner, Minoli e Bruno Vespa in serata e facevamo il 70% di share della serata “. Michele Santoro ha espresso a chiare lettere che in RAI occorreva una vera rivoluzione, come ad esempio Marco Travaglio Direttore del TG1, quello, secondo il giornalista campano, sarebbe stato un segnale di cambiamento fortissimo.
Ascoltare Michele Santoro è sempre un piacere poiché non scivola mai nella banalità. Si può essere d’accordo o meno sulle tesi da lui espresse, si può tacciare di odiosa faziosità, ma non gli si può disconoscere una qualità che hanno solo i grandi giornalisti, ovvero un’onestà intellettuale che gli permette di attaccare in egual misura sia gli oppositori sia colori che, almeno virtualmente, condividono il suo pensiero.
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